Taranto – Processo “Vecchia Lira 2”, chiesti 53 anni complessivi di carcere | NOMI, FOTO, DETTAGLI DEL BLITZ
Hanno chiesto il rito abbreviato e nell’udienza svoltasi nella giornata di giovedì dinnanzi al Gup del tribunale di Taranto, Giovanna Cannarile, è stata chiesta una condanna pari a 53 anni di reclusione da parte del PM Giovanna Cannarile.
In particolare: 15 anni di reclusione per Nicola Guarini; 12 anni e mezzo per Angelo Caracciolo; 10 anni per Vincenzo Carone; 8 anni e 8 mesi per Massimo Carucci; 6 anni e mezzo per Antonio Locorotondo; 4 anni e 8 mesi per Angelo Ammirato; 3 anni e 8 mesi per Laura Fanelli; 3 anni per Alessio Rodio
L’operazione dei Carabinieri del comando di Massafra nel febbraio 2016, che portò all’arresto degli otto pregiudicati facenti parte di gruppo dedito ai reati di usura, tentata estorsione e spaccio di stupefacenti, costituì il naturale evolversi di una prima attività d’indagine condotta verso la fine dell’anno 2014 sempre dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Massafra.
Le precedenti investigazioni furono parzialmente concluse il 12 dicembre 2014 con l’arresto, in esecuzione di Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal medesimo G.I.P del Tribunale di Taranto, la dott.ssa Patrizia TODISCO, su richiesta del Sostituto Procuratore, Dott.ssa Giovanna CANNARILE, nei confronti dei citati CARONE Vincenzo, GUARINI Nicola, CARACCIOLO Angelo e CARUCCI Massimo, responsabili di aver costituito un’associazione allo scopo di commettere più delitti di usura ed estorsione, procedendo in particolare al recupero dei crediti vantati nei confronti di piccoli imprenditori in stato di bisogno, dei comuni di Palagianello e Massafra, applicando ulteriori e più esosi interessi usurari, e facendo ricorso a condotte estorsive per costringere le vittime a corrispondere le somme pretese mediante minacce di gravi danni alla persona ed al patrimonio, con l’aggravante per il CARONE dell’aver promosso l’associazione e per il GUARINI dell’aver rivestito un ruolo direttivo nell’ambito della stessa.
Le perquisizioni, eseguite all’epoca delle prime misure cautelari, consentirono di rinvenire effetti cambiari e bancari dell’importo complessivo di euro 164.000, oltre alla somma contante di euro 16.400.
Inoltre, grazie alla perquisizione effettuata presso l’abitazione dei RODIO Alessio, furono trovati circa 480 grammi di hascisc, frazionata in vari pezzi, e un 1 grammo di cocaina, suddivisa in 5 dosi. Per tale motivo, il giovane venne arrestato per di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Proprio grazie all’esito positivo delle attività di perquisizione, i Carabinieri proseguirono le indagini sul sodalizio criminale, anche con l’ausilio di ulteriori attività tecniche, che consentirono di individuare altri due imprenditori vittime di usura ed estorsione, nonché di avvalorare compiutamente numerose condotte di spaccio già emerse dalle attività svolte nella prima fase.
In particolare, tra gli effetti sequestrati nel dicembre del 2014 vi furono 4 cambiali dell’importo di euro 37.500 cadauna, per complessivi 150.000 euro, che i successivi accertamenti consentirono di verificare essere state tratte da un imprenditore di Palagianello. La vittima, infatti, a fronte di un debito residuo di circa 30.000 euro nei confronti di CARONE Vincenzo, ricevette da quest’ultimo la richiesta di 150.000 da estinguere in 2 o 3 anni, con la minaccia che la restituzione di quell’importo era stata pretesa dai reali finanziatori, indicati come persone molto pericolose. Nella circostanza, a garanzia del debito, l’imprenditore fu costretto a sottoscrivere gli effetti in parola, con un tasso di interesse quindi pari al 133% circa.
Dal mese di ottobre del 2014, le pressioni di CARONE Vincenzo nei confronti della vittima, nonostante le difficoltà economiche rappresentante da quest’ultima, furono fatte sempre più insistenti tanto da avvalersi del potere intimidatorio dei pregiudicati CARACCIOLO Angelo, CARUCCI Massimo e soprattutto GUARINI Nicola, che vantava conoscenze di “spessore” nell’ambiente criminale, ed insieme ai quali più volte si recò presso l’abitazione dell’imprenditore rivolgendo esplicite minacce al suo indirizzo. Solo l’arresto intervenuto nel mese di dicembre 2014, non consentì al sodalizio criminoso di portare a compimento gli ulteriori propositi delittuosi,.
Dalla ricostruzione degli eventi, fu possibile scoprire, inoltre, un ulteriore episodio di usura, commesso questa volta dal solo CARONE Vincenzo, ai danni dello stesso imprenditore di Palagianello che, alcuni anni prima, ricevette un prestito di 20.000 euro rimborsandone 22.000 nel termine di 3 mesi, quindi con un tasso usurario pari al 40% circa.
La seconda vittima individuata, un piccolo imprenditore agricolo di Palagiano, a fronte di un prestito di euro 5.000, ricevuto da CARONE Vincenzo, avrebbe dovuto restituire –entro pochi mesi- la somma di 7.000 euro, con un tasso usurario superiore al 40%, ed a garanzia di tale debito aveva tratto un effetto cambiario, rinvenuto poi dai Carabinieri proprio nel corso delle perquisizioni. Sempre nel mese di ottobre 2014, periodo nel quale il CARONE Vincenzo -come emerso dalle indagini, forte dell’appoggio ottenuto dai tre crispianesi, si era fortemente determinato a recuperare tutti i crediti, più volte indicati nell’importo complessivo di “un miliardo di vecchie lire”, intensificava le sue attenzione anche nei confronti dell’agricoltore al quale, sia direttamente che per il tramite di amici, paventava l’intervento di “brutti soggetti malavitosi” suoi amici. Anche in questo caso il CARONE, a cui solo vanno ascritte queste ultime condotte di usura e tentata estorsione, non riuscì a portare a termine il proposito criminoso solo perché tratto in arreso insieme ai suoi sodali nel dicembre del 2014.
Le indagini, inoltre, svelavano una vorticosa attività di spaccio di sostanze stupefacenti posta in essere da GUARINI Nicola, dal genero LOCOROTONDO Antonio (nipote del noto boss Francesco LOCOROTONDO, attualmente detenuto per associazione mafiosa), da CARACCIOLO Angelo e da RODIO Alessio, gli ultimi due addetti allo spaccio al dettaglio in Crispiano e al confezionamento delle dosi di stupefacente, del tipo cocaina e hascisc, fornito da soggetti di Taranto e Statte, rispettivamente identificati in FANELLI Laura e AMMIRATO Angelo.
Ben 35 sono i singoli episodi di compravendita e detenzione, anche di consistenti quantitativi di droga, nonché di spaccio al minuto registrati nel corso delle attività di intercettazione, nei quali risultavano coinvolti –di volta in volta e a vario titolo- i suddetti indagati, i quali utilizzavano frasi allusive e criptiche per avanzare richieste di stupefacente o comunicarne la momentanea indisponibilità: “prendiamo un caffè” – “un biglietto della curva” – “ho la focaccia” – “un aperitivo” – “ti devo dare un po’ di carne” – “sono rimasto senza benzina” – “giocare a calcetto” – “il cappello” ecc.; ovvero termini convenzionali indicativi di un certo tipo di droga, come ad esempio il “servizio”, per indicare la cocaina, o “la saponetta”, riferibile alla panetta di hascisc.