Taranto, caso ILVA a Strasburgo – I ricorrenti contestano l’intervento dei Riva
Lettera del legale alla Cedu: “non è nell’interesse di una corretta amministrazione della giustizia”
Roma, 16 set. – Dopo il riconoscimento dell’urgenza del caso e il formale invito formulato dalla Corte di Strasburgo al Governo italiano a rispondere della violazione del diritto alla salute dei cittadini di Taranto, la società Riva Fire in liquidazione, Nicola Riva e Fabio Riva hanno ottenuto dalla Corte l’autorizzazione all’intervento in qualità di “parte terza” nel processo. “Riteniamo inaccettabile la partecipazione dei Riva a questo giudizio, in cui si discute unicamente della responsabilità dello Stato italiano per la mancata adozione delle necessarie misure precauzionali a tutela delle popolazioni residenti”.
Lo dichiara il Prof. Avv. Andrea Saccucci, che rappresenta 130 cittadini di Taranto e dei comuni vicini che hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) per violazioni del diritto alla vita e all’integrità psico-fisica e del diritto al rispetto della vita privata e familiare.
“Ci opponiamo all’intervento dei Riva perché non risponde ad alcuna esigenza processuale e non è in grado di offrire alla Corte un contributo imparziale e disinteressato per la decisione del ricorso”, continua il legale, che con una lettera inviata oggi a Strasburgo contesta l’ammissibilità dell’intervento e chiede alla Corte di non tenerne conto.