Moto GP- Vince Marquez davanti a Rossi e Pedrosa nel folle granpremio argentino
Sicurezza e prestazioni adeguate. Sono questi i principi secondo i quali dovrebbero essere fabbricati gli pneumatici destinati al motomondiale. Questo andrebbe ricordato, forse, ai tecnici Michelin. Già dalle prove libere era chiaro come questo granpremio sarebbe potuto essere a dir poco rocambolesco, a causa delle condizioni atmosferiche e, quindi, dell’asfalto. Ma nella giornata di ieri, durante l’ultimo turno di libere, la gomma anteriore di Scott Redding perde lo strato più esterno, proprio come accadde nei test invernali a Loris Baz. Mentre la Moto3 era già in pista, ancora non era nota la formula di gara e gli pneumatici con cui avrebbero dovuto correre i piloti della classe regina. Infine, il verdetto: cambio moto (e quindi, cambio gomme) obbligatorio tra il nono e l’undicesimo giro, in modo tale da garantire la totale sicurezza in pista. Di fatto, il granpremio di Termas de Rio Hondo è stato diviso in due. Ed abbiamo effettivamente assistito a due gare dal volto completamente diverso. Pronti via e Lorenzo perde subito numerose posizioni, in difficoltà nel gestire l’asfalto ancora umido, che lo porterà a finire la gara sull’erba dopo appena sei giri. Partono forte Marc Marquez e Valentino Rossi che, dopo qualche giro, fanno il vuoto alle loro spalle facendo intravedere la possibilità di un’agguerrita lotta a due per la vittoria. Inizia bene anche la gara delle Ducati e del sorprendente Maverik Viñalez su Suzuki. Poi, il cambio moto. Marquez esce dai box velocissimo, al contrario di Rossi, che fatica visibilmente a tenere la sua moto nella traiettoria ideale, con le gomme, ancora una volta responsabili in questo week-end, che scivolano male sull’asfalto. Il problema del pilota di Tavullia appare ancora più evidente quando le Ducati e Viñalez lo raggiungono. Il pilota Suzuki mette le ruote sull’umido e cade, mentre i ducatisti, in particolare Andrea Iannone, ingaggiano un duello con Valentino, che difende come può la sua posizione, con una determinazione quasi commovente. Ma, inevitabilmente, le Ducati sorpassano il 46 e si portano entrambe in zona podio. Proprio quando il rosso della moto italiana sembra poter colorare il podio argentino, Iannone prova il sorpasso disperato all’ultima curva sul compagno di squadra. Risultato: zero punti per Iannone e arrivo a spinta, in 13esima posizione, per Andrea Dovizioso. Gara, o almeno la seconda metà, dominata da Marquez, seguito sul podio da Rossi e Pedrosa, quest’ultimo in grande difficoltà per tutto il granpremio. Ritorna lo spettacolo in MotoGP, tanti sorpassi, ma anche tanta confusione ed incertezza per il futuro. Si parla addirittura di una nuova tipologia di gomme per il prossimo granpremio, tra lo stupore generale di piloti e addetti ai lavori. Ma non sono solo gli pneumatici a far discutere dopo il GP argentino. C’è incertezza anche sul futuro del team Ducati per la prossima stagione, visto che si parla da tempo di un contatto con Jorge Lorenzo. Gli equilibri del team sono messi a dura prova dall’attenzione mediatica sulla questione e il rapporto tra Dovizioso e Iannone, già non troppo positivo, rischia di raggelarsi del tutto (considerando anche l’episodio a fine gara di oggi). Dopo le prime due gare la classifica mondiale vede Marquez davanti a tutti con 41 punti, seguito da Valentino Rossi a quota 33, Dani Pedrosa, 27, e Lorenzo fermo a 25. Tra l’innegabile talento di Marquez e Lorenzo, la guerra civile in casa Ducati e la straordinaria ed immortale forza del Dottore, assisteremo ad un lungo e spettacolare mondiale.
Spettacolare anche la fuga a 4 in Moto2, con Lowes, Morbidelli, Folger ed il campione del mondo in carica Zarco, che si conclude con la vittoria, quasi in solitaria, di quest’ultimo, seguito da Lowes e Folger. Purtroppo, dopo una gara da protagonista assoluto, Franco Morbidelli mette le ruote su una zona umida e, ad appena tre giri dalla fine, vede sfumare il podio anche questa settimana. In Moto3 tutti i piloti partono molto cauti con le slick, alle prese con una pista ancora molto bagnata (l’unico sulla griglia di partenza con le gomme rain è Livio Loi). In realtà un giovanissimo pilota decide di sfidare il pericolo, tirando fuori un ritmo di gara impressionante e scappando via, guadagnando una ventina di secondi di vantaggio sugli inseguitori in pochi giri. Si tratta del malese Pawi, neanche 18enne, che porta per la prima volta la bandiera della sua nazione sul gradino più alto del podio nella storia del motomondiale. Il podio si completa con Navarro e Binder (primo nel mondiale con 36 punti). Solo due gli italiani a punti: Locatelli quarto e Antonelli decimo (secondo nel mondiale a 31 punti).