Lecce- I nuovi restauri della chiesa di Santa Croce.
Che croce Santa Croce! Dicevano proprio così un gruppo di turisti che ammiravano la facciata impalcata della nota chiesa leccese. “Ci vuol pazienza! La stanno restaurando.” Affermava la guida turistica. La risposta non soddisfa un arzillo vecchietto che si avvicina al cartellone sul quale sono indicate le uniche informazioni ufficiali (date e progettisti) disponibili scoprendo che il restauro, cominciato il 24 novembre 2014, doveva terminare dopo 240 giorni. Fatti due conti l’anziano turista nota che la fine dei lavori doveva avvenire però già 4 mesi fa. Quella brevemente raccontata adesso è una scena solo di qualche giorno fa ma che, in modo più o meno simile, è accaduta molte altre volte in questi ultimi mesi e alle spallucce fatte dalla guida di fatto fa il paio una realtà cittadina altrettanto inconsapevole. La cosa sorprendente è l’assordante silenzio (secondo le voci che corrono nei palazzi leccesi) dell’architetto Giovanna Cacudi la quale per la Soprintendenza segue l’intervento di tutela; di questi quattro mesi di ritardo, infatti, nulla di preciso pubblicamente è noto, un mistero. La vicenda di questi restauri sembra essere fuori dal tempo per modalità comunicative e soprattutto appare in antitesi con quella nuova idea, eversiva nella sua semplicità, che, voluta dal Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, e dal presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, prof. Giuliano Volpe, vuole costruire un nuovo rapporto fra cittadini e beni culturali fondato su trasparenza, chiarezza, apertura. Una notizia, e buona, ce la danno invece l’Assessore Regionale Loredana Capone e la Curia leccese. Si è infatti concordato (Regione, Curia, Segretariato Regionale dei Beni Culturali) di focalizzare un cospicuo finanziamento regionale pari a circa 1,3 milioni di euro proprio su Santa Croce. In questo nuovo restauro del monumento leccese, che sarà quindi molto più completo ed esteso, sarebbe auspicabile si seguisse quella linea positiva inaugurata sia nella celebre Abbazia di Cerrate sia nel caso delle mura cinquecentesche a Lecce: cantieri aperti, trasparenti a tutti senza distinzione. A Cerrate il lavoro di restauro è condotto in modo esemplare dall’architetto Daniela Esposito, docente di restauro presso la facoltà di architettura della prima Università di Roma; quello delle Mura, altrettanto valido, avviene sotto la supervisione del prof. Giovanni Carbonara, uno dei massimi esperti in restauro architettonico a livello nazionale e non solo. Questi due ultimi architetti, D. Esposito e G. Carbonara, in virtù della loro alta competenza ed esperienza, non sarebbe sbagliato fossero coinvolti nel progetto di restauro di Santa Croce tanto più che, come si accennava l’intervento dovrà risolvere gravi problemi legati sia all’umidità sia a quanto di negativo (distacchi e forte degrado della decorazione scultorea cinque-seicentesca) è scaturito dagli ultimi restauri, quelli cioè degli anni Ottanta del secolo scorso. In Soprintendenza a Lecce vi sono poi altri ottimi architetti; si spera quindi adesso che per i nuovi restauri a Santa Croce possa esserci finalmente un reale cambiamento di rotta rispetto al passato recente. L’alta professionalità della nuova Soprintendente da pochi mesi a Lecce, l’architetto Maria Piccarreta, lascia ben sperare.
Fabio A. Grasso