Montemesola (TA) – Riesumato 8 mesi fa e non cementato
Un fatto insolito di cui siamo venuti a conoscenza stamattina, e che ha come protagonista il cimitero di Montemesola. Siamo alla fine del mese di ottobre, si avvicina la commemorazione dei defunti, e come previsto dall’usanza, le famiglie si recano al cimitero per la sistemazione delle cappelle private, e per apporre sulle lapidi dei propri cari, luci e fiori. Una di queste famiglie, stamani, durante le consuete pulizie della propria cappella, si accorge di qualcosa di strano: una strana e asfissiante puzza impera nella cappella. Si tratta di una salma riesumata nel mese di marzo/aprile, ripulita e posta nell’apposita cassetta di zinco. Fino a qui, tutto normale, se non fosse che la cassetta è stata chiusa con della carta gommata e dunque non sigillata. Ma ancora, dettaglio importante, la cassetta è stata posta nel loculo, e il loculo non è stato cementato. Come potrete notare dalle foto, sono state semplicemente piazzate delle pietre di tufo, ma le stesse non sono state cementate.
Dunque, quel che resta della salma, è quasi scoperto, e il processo di mineralizzazione avanzato, rilascia odori a dir poco sgradevoli. Ma andiamo con ordine e spieghiamo per bene cosa è successo. Il defunto in questione, era un confratello di una delle due confraternite del paese: parliamo della Confraternita del SS. Rosario. Deceduto nel 1995, è stato riesumato dopo 20 anni, la scorsa primavera. Il defunto era seppellito nella cappella di competenza della Confraternita, al momento della riesumazione, la famiglia ha deciso di lasciarlo riposare nella cappella di famiglia (privata), decurtando dai costi previsti (oltre 600 euro), il prezzo del loculo e il prezzo relativo alla realizzazione del marmo (lettere per il nome, foto, ecc). Per quanto riguarda il marmo, dunque la lapide, la famiglia decide di recuperare le vecchie lettere e di realizzare privatamente il lavoro. Ma questo non preclude alla ditta addetta ai lavori, la cementazione del loculo. Effettivamente, non è compito della famiglia, cementarsi il loculo del defunto. Abbiamo voluto vederci chiaro, e ci siamo rivolti a più parti. La questione innanzitutto, non è di competenza del sindaco, in quanto non si tratta di cappella comunale, quindi ci siamo rivolti direttamente alla Confraternita. Il Priore ci ha spiegato che la Confraternita si limita semplicemente a fare da tramite tra la famiglia dei confratelli e la ditta addetta ai lavori, dunque i costi che le famiglie affrontano per tali operazioni, sono destinati alla ditta specializzata che si occupa della riesumazione e della successiva tumulazione. A conti fatti, la ditta in questione, avrebbe dovuto provvedere a cementare il loculo, come disposto dall’articolo 76, comma 8 del regolamento nazionale di polizia mortuaria, il quale recita: “La chiusura del tumulo deve essere realizzata con muratura di mattoni pieni a una testa, intonacata nella parte esterna”. Ancora, nel caso di specie, le ossa rinvenute a seguito di esumazioni ordinarie, se non poste in ossario comune, ma in cellette o loculi privati, entro il recinto del cimitero (come nel caso di questa famiglia), vanno raccolte nelle cassettine di zinco, prescritte all’articolo 36, comma 2 del regolamento nazionale di polizia mortuaria ( art. 85 comma, 2). E qui viene il punto che interessa: l’articolo 36, al comma due del suddetto regolamento, prevede che la cassetta in zinco sia chiusa con saldatura. Quindi non solo in caso di trasporto, ma anche in questo specifico caso la cassetta avrebbe dovuto essere saldata.
In conclusione, essendo la Confraternita un mero intermediario, tra la famiglia e la ditta, è stato chiesto alla stessa di segnalare l’accaduto alla ditta in questione, ovvero dei resti umani non sigillati e non cementati da ben 8 mesi. La risposta è stata tempestiva: tramite la Confraternita siamo venuti a conoscenza del fatto che la ditta interverrà nel breve tempo possibile a sistemare il tutto. Non avevamo dubbi sulla buona fede della Confraternita, e sulla professionalità della ditta. Torneremo a vigilare sul caso, e saremo ben lieti – qualora avessero qualcosa da dire – di ascoltarli.