“Non ci sono soldi in cassa”. Compromessi Isola Verde e Paisiello. Taranto sta per chiudere
di Elena Ricci
Una città alla deriva, contornata da promesse mai mantenute, da denaro da restituire, e da posti di lavoro in serio pericolo per ben 130 persone. Una città della quale spesso si millanta la salvezza, mediante azioni di governo che di salvezza hanno un concetto alquanto ambiguo.
Questo in sintesi, è quello che si evince da quanto ha dichiarato stamani il presidente della Provincia Martino Tamburrano in un incontro con i giornalisti.
Sin dal suo insediamento Tamburrano, si è adoperato affinché le problematiche attinenti la società partecipata Isola Verde, e la questione dell’Istituto musicale Paisiello potessero essere risolte. E una mezza soluzione era stata trovata. Negli ambiti del progetto “Difesa del suolo”, l’ente Provincia aveva deliberato in tal senso, presentando alla Regione Puglia una serie di progettualità di cui la stessa avrebbe dovuto farsi carico per un ammontare di 3 milioni e 600 euro. Somme queste, che avrebbero permesso all’ente di respirare, cercando di reintegrare lavoratori di Isola Verde. Sono trascorsi tre mesi dalla delibera, e la Regione Puglia non ha mantenuto il proprio impegno. Altro flop la questione relativa alla statalizzazione dell’Istituto Paisiello, prevista in un emendamento proposto in fase di discussione del decreto “Salva-Taranto”. Anche questo impegno, che avrebbe risparmiato energie all’ente Provincia il quale avrebbe dirottato le risorse sulla questione Isola Verde, non è stato mantenuto. Roma, come la Regione Puglia, tace. Tra l’altro, a decorrere dall’1 maggio, la Provincia non avrà più alcun potere in merito all’istituto musicale; dunque, in assenza di risposte da parte del Governo, questo sarà destinato a chiudere.
La Provincia ha le mani legate. Grazie ai tagli disposti dal Premier Renzi per tutti gli enti provinciali, che prevedono un ridimensionamento del personale e cancellazione delle società partecipate, l’ente tarantino dovrà rendere allo Stato 15 milioni di euro relativi all’anno 2015 e 4 milioni di euro relativi al 2014, per un totale di 19 milioni di euro.
Tutto ciò, compromette seriamente la situazione di Isola Verde e dell’intera città di Taranto, della quale durante le varie passerelle politiche si millanta la salvezza, concetto ben lontano da quello vero, tanto desiderato dai tarantini e dai lavoratori. Questi ultimi esasperati, intendono partire per Roma e restarci fino a quando il Governo non avrà reso le dovute spiegazioni e soluzioni per la loro situazione occupazionale.
Il presidente Tamburano, molto preoccupato, annuncia di portare la questione all’attenzione del Prefetto Umberto Guidato, fissando un termine di 24/48 ore per ricevere risposte sia dalla Regione Puglia che dal Governo Centrale. Se dette risposte non dovessero arrivare, l’Istituto Paisiello chiuderà, con il licenziamento di 58 persone, e Isola Verde cesserà di erogare i servizi. Questo significa – come spiega Tamburrano – che la Provincia non sarà più in grado di garantire servizi nelle scuole, negli uffici e nell’università, per non parlare poi dei 1800 km di strade, molte delle quali a partire da lunedì, saranno chiuse, poiché in assenza di manutenzione bisogna tutelare la pubblica incolumità.
La situazione è ben più grave di quanto si possa immaginare, gli enti locali perdono potere giorno dopo giorno, e se la Provincia di Taranto entro fine mese non restituirà la somma di 19 milioni di euro, andrà incontro al commissariamento. Un immobilismo politico che porta la città sempre più al collasso. Taranto sta perdendo tutto, anche la dignità. Gli enti locali sono stati imbavagliati. Anche sulle sorti della Polizia Provinciale c’è un punto interrogativo. Il presidente Tamburrano spiega che si attende che la Regione Puglia legiferi in tal senso. Anche la polizia provinciale non è dunque, più nelle competenze dell’ente, e ancora non si sa se verrà acquisita dal comune o dalla Regione.
Taranto, una città che sta per chiudere, nell’indifferenza totale di chi millanta la sua salvezza.