Filctem Cgil: “Investimenti di due miliardi per la raffineria di Gela. E Taranto?”
Accordo raggiunto sulla raffineria siciliana: salvi ambiente e lavoro. A Taranto il futuro è incerto
L’accordo raggiunto in Sicilia per il futuro della raffineria di Gela rappresenta per il territorio e i lavoratori un punto d’arrivo importantissimo. Dopo un lungo periodo di vertenza, in cui anche i rappresentanti politici si sono assunte le loro responsabilità, l’Eni è ha deciso di investire due miliardi per trasformare la raffineria in una green refinery, una centrale capace di produrre biodiesel a partire da materiali vegetali e non più fossili.Ma se in Sicilia si investe grazie alla pressione dei lavoratori e della politica, a Taranto il futuro sarà ben diverso. Il deposito costiero comporterà la perdita, nel tempo, del novanta percento dei lavoratori, dai circa quattrocento che sono ora, si arriverà a meno di cinquanta. Investimenti come quelli di Gela permetterebbero di avere impianti più ecocompatibili e più performanti, e questo non solo garantirebbe una qualità di vita migliore nel territorio ma permetterebbe di salvaguardare i livelli occupazionali, garantendo almeno il numero di dipendenti che ora sono in carico alla raffineria. Con il progetto del deposito costiero i lavoratori dell’indotto potrebbero essere i primi a pagarne la scelta.
“Come Filctem Cgil – dice Giordano Fumarola, segretario generale – ci piacerebbe che l’esempio di Gela fosse seguito anche a Taranto, una città e un territorio già duramente colpito che ha bisogno di importanti investimenti in termini di innovazione e ambientalizzazione, di un ragionamento capace di guardare al futuro senza timore. Ma tutti sono tenuti a fare la propria parte. Così come i lavoratori a Gela sono stati capaci di stare in una vertenza complessa, portando a casa un risultato storico, così lo saranno anche a Taranto, ma è necessario che l’impresa e le istituzioni si sentano chiamate in causa“.