Carrisi: “Le bombe sono un messaggio all’intera collettività”
Esplosione in via Svevo. Parla lo scrittore e criminologo martinese: “La città si deve mobilitare subito. Il secondo ordigno per me è volontà di umiliazione e non depistaggio: un chiaro segnale dei criminali per dire: Qui comandiamo noi!”
Il clima di terrore che si respira a Martina Franca è evidente, sia passeggiando per le strade che dando un’occhiata ai social network. Per cercare di instillare un po’ di razionalità nel caos che si vive in queste ore in città, abbiamo chiesto un commento allo scrittore e criminologo Donato Carrisi, che ha cercato di interpretare i messaggi che l’atto esplosivo vuole lanciare alla città e spiegato come mai la capitale della Valle d’Itria sia nel mirino della criminalità. “Martina Franca – esordisce lo scrittore – è appetibile. Stiamo subendo un attacco da parte di gente che viene da fuori”. L’autore di best sellers mondiali è intervenuto già in nottata sui social network per incitare i martinesi a reagire e a far sentire la propria voce in questo momento difficile: “Domani tutti in piazza”, ha scritto infatti Carrisi commentando una riflessione dell’assessore alla Cultura Antonio Scialpi, che invitava a sua volta alla reazione (“Vogliono spaventare questa città con le bombe. Dobbiamo reagire tutti insieme. Non ce la faranno”, le parole dell’assessore).
Non manca una punta di autocritica da parte di chi conosce bene i martinesi e di chi studia i fenomeni criminali: “Abbiamo sempre definito la nostra città un’isola felice e ci siamo presi un po’ per il culo da soli, perché l’isola felice è stata attraversata da episodi criminali, dai furti in ville ed appartamenti alla banda che picchiava e rapinava gli anziani”.
Ma adesso cosa si deve fare? “La città si deve mobilitare subito. Ripeto, probabilmente sono criminali che vengono da fuori regione ed una volta che li abbiamo fatti entrare, è finita. Sono abituati ad estendere il territorio e nei prossimi mesi, temo, si daranno da fare. E’ già successa questa forma di colonialismo criminale nella nostra città”.
L’ultima domanda che facciamo a Carrisi riguarda l’eventuale messaggio sotteso alla bomba: “La bomba è un chiaro segno di intimidazione. E’ un messaggio inviato alla collettività: abbiate paura. Non è il singolo imprenditore che deve temere, perché il problema nasce quando l’imprenditore viene lasciato solo”. Interessante anche l’interpretazione che lo scrittore martinese fornisce sulla seconda esplosione di questa notte, in piena valle d’Itria: “La seconda bomba non la interpreterei come un tentativo di depistaggio, ma come volontà di umiliazione: facciamo scoppiare la bomba in faccia alle Forze dell’Ordine e alla cittadinanza. Un chiaro segnale per dire: Qui comandiamo noi!”.
Domenico Fumarola