Il comune di Statte informa i suoi cittadini sulle norme di smaltimento dell’amianto
È ormai dal 1994 che è iniziata la guerra contro l’amianto, un nemico che di cui tanto si parla e di cui poco si conosce. Ma l’ignoranza, purtroppo è una brutta bestia, perché uno smaltimento errato di questo materiale può causare molti più danni di quanto si pensi. Proprio di informare si è preoccupato il comune di Statte assieme al Janet Ross Centro di educazione ambientale, durante l’incontro che si è tenuto presso la biblioteca comunale di Statte moderato attentamente e con competenza dal Dott. Salvatore Ficocelli, Componente GSS e Centro di Educazione ambientale. All’evento è intervenuto l’assessore all’ambiente di Statte Vincenzo Chiarelli che ha aperto l’incontro spiegando la situazione del comune riguardo l’amianto. Si può dire che il comune di Statte sia abbastanza avveniristico rispetto alla risoluzione del problema amianto, perché: non si occupa soltanto del bonifico di aree di giacenze di amianto, con l’aiuto di fondi provenienti dalla Regione Puglia. Cerca soprattutto di capire la causa di questo abbandono avventato di un materiale così pericoloso. Effettivamente i costi per bonificare potrebbero essere abbastanza elevati, per un cittadino disinformato potrebbe essere più semplice e veloce accatastare, ma attenzione, il comune di Statte ha presentato un progetto che viene incontro ai cittadini aiutandoli economicamente e burocraticamente, attraverso un regolamento per erogare i contributi destinato ad essere approvato entro la fine dell’anno. Per l’incontro informativo è stata veramente preziosa e esplicativa la presenza del Dott. Roberto Giua, dirigente ARPA Puglia, che ha finalmente illustrato cosa sia l’amianto, rendendone chiari i pericoli e soprattutto spiegando le modalità di smaltimento. Effettivamente nei confronti di questo materiale era iniziata una vera caccia alle streghe, dovuta sicuramente alla disinformazione. Probabilmente, per i rimborsi ai lavoratori esposti al minerale, perché è di un minerale che si parla, forse per i pensionamenti anticipati, per le malattie, si pensa che ogni prodotto fatto di amianto vada smantellato e allontanato il più velocemente possibile. Non è precisamente così, dalla metà degli anni ’60 fino al 1994, quando la legge anti amianto è entrata in vigore, sono stati fabbricati con l’amianto, gli oggetti più disparati del quotidiano, perché questo materiale non solo non conduce calore, ma non è neanche infiammabile. Così dalle tute dei pompieri ai ciucci dei bambini, dalle pavimentazioni in Linoleum ai tetti, passando per le tubature, l’amianto è stato adoperato come isolante per qualsiasi uso e forse ancora non ne siamo coscienti. Le malattie che provoca la respirazione dell’amianto sono di diversa tipologia, l’Asbestosi, malattia respiratoria cronica propria solo di chi ha lavorato a stretto contatto con l’amianto, ed i tumori della pleura, tipico del contatto con il minerale, fino al tumore ai polmoni. Ma si parla di respirazione, già perché prima di bonificare, fate attenzione, bisogna verificare lo stato del prodotto, classificando il tipo di amianto e conoscendone le condizioni, se esso è integro o danneggiato. Se è danneggiato in gran parte è obbligatoria la rimozione e la bonifica, altrimenti, non è necessario, perché il materiale integro non assolutamente dannoso. Bisognerà avere delle accortezze, si potrà incapsulare, attraverso una vernice specifica, oppure si potrà confinare attraverso un materiale che lo isoli, senza dimenticare un programma di manutenzione e controllo adeguato. Insomma nessuno si improvvisi tecnico perché la faccenda è seria. A questo punto la domanda nascerà spontanea, a chi rivolgersi? L’ARPA e l’ASL sono a disposizione del consumatore, ma qui interviene l’avvocato Antonio Pepe, dell’associazione Noi Consut associazione per la tutela del consumatore, che durante l’incontro ha spiegato che il consumatore non può e non deve esser solo, ci vuole una buona ed esaustiva informazione che spieghi come liberarsi dal nemico amianto. Proprio per questo partendo dal buon lavoro del comune di Statte, formare un consorzio di comuni, Taranto, Brindisi e Bari, i più colpiti, che facciano un lavoro di informazione e di salvaguardia del cittadino, mediando con le costose aziende di smaltimento dell’amianto, per abbassare i costi, ma soprattutto con grandi programmi di controllo. Bisogna essere informati e attenti nel rapporto con l’amianto, perché uno smaltimento sbagliato non lede solo all’ambiente, ma anche alla nostra salute e a quella dei nostri figli.
Valentina Castellaneta