“Un altro Iraq è possibile”, a Martina Franca e Taranto solidarietà e incontro
“Un altro Iraq è possibile”, diverso ma straordinario: il 13 e 14 ottobre momenti di scambio culturale
La violenza ha colpito l’Iraq e dal gennaio del 2014 ha causato 15 mila vittime e 30 mila feriti e, secondo l’Iraqi Social Forum, “è il risultato di lunghi anni di dittatura e colpi di Stato militari, seguiti da anni di occupazione straniera che hanno prodotto l’attuale sistema politico”, corrotto e caratterizzato da quote settarie. Lo Sprar di Martina Franca e il Centro Interculturale Nelson Mandela organizzano due giornate dedicate all’Iraq a Martina Franca e a Taranto 13-14 ottobre 2015, in simbolo di solidarietà e incontro. Martina e Taranto, terre di frontiera, dove l’accoglienza e l’incontro si manifestano sotto forme non necessariamente eclatanti, ma sulla base di principi etici e morali di lunga tradizione. In risposta alla situazione attuale, già la società civile irachena, le Ong, e i sindacati l’estate scorsa sono scesi in strada, con manifestazioni di protesta, contro la mancanza di servizi e la corruzione statale. Ed è questa è l’immagine di un altro Iraq promossa dal Forum Sociale Iracheno: uno Stato animato da persone e movimenti sociali con l’obiettivo di costruire un Iraq di pace, rispetto dei diritti umani e giustizia sociale, insieme al mondo della cooperazione internazionale. Per quel che riguarda Martina Franca, il primo incontro – realizzato in collaborazione con Artefranca e il Comune – dal titolo “Il futuro della pace civile in Iraq”, si terrà alle ore 19, il 13 ottobre ad Artefranca , il laboratorio urbano immerso nella Villa Carmine. Ad aprire l’iniziativa, Franco De Mita il Presidente della Commissione consigliare dei Servizi sociali del Comune di Martina Franca. Ospite speciale dell’incontro, il dottor Ismaeel Dawood – policy officer dell’Associazione “Un ponte per…” – che coordina le tante attività di supporto alla società civile irachena. A seguire l’intervento della dottoressa Simona Fernandez, presidente dell’Associazione Salam ente che gestisce lo Sprar (Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Martina Franca. Il giorno successivo, il 14 ottobre l’iniziativa di solidarietà con il Forum Sociale iracheno si sposterà a Taranto e sarà ospitata all’Università degli Studi di Bari, dipartimento jonico, presso il Convento di San Francesco dove si terrà il convegno dal titolo: “Iraq: estremismo religioso, criminalità e beni culturali”. Ad aprire l’incontro saranno Gaetano Dammacco, professore Ordinario di Diritto Ecclesiastico e Canonico dell’Università degli studi di Bari, e l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Taranto Simona Semeraro. Relazioneranno Paolo Stefanì e Maria Rosaria Piccinni, rispettivamente docente di “Diritto Ecclesiastico” e di “Diritto e Religioni nei paesi del Mediterraneo”, Dipartimento jonico, Università degli studi di Bari. A seguire l’intervento di Ismaeel Dawood, e quello di Cataldo Mignogna, del Centro Interculturale Nelson Mandela. Le conclusioni saranno a cura di Simona Fernandez, la Presidente dell’Associazione Salam, e responsabile del Centro Interculturale Nelson Mandela. A moderare gli interventi sarà Antonietta Podda addetta stampa dell’Associazione Salam. Nel corso del convegno verrà affrontato il delicato tema della perdita dei beni culturali in Iraq, andati distrutti, saccheggiati e fatti oggetto di traffici illeciti nel mercato nero mondiale. Per salvare il patrimonio culturale, storico e artistico dell’Iraq, la società civile irachena, insieme ad accademici, intellettuali e altri attori internazionali hanno lanciato una campagna per proteggere i siti culturali e le opere d’arte di un Paese: “la terra fra due fiumi dove iniziò la storia”. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Associazione Un ponte per, ICSSI (Iraqi Civil Society Solidarity Initiative), Iraqi Social Forum, Comune di Martina Franca, Comune di Taranto, Università degli Studi di Bari (Facoltà di Giurisprudenza), Associazione Elsa Taranto, Arte Franca, Associazione Giuristi Jonici, propone quindi un mondo dove un altro Iraq sia possibile, dove anche noi nel nostro piccolo possiamo dare una mano a chi è “diverso” da noi solo in senso territoriale, e dove “diverso” non è sinonimo di sbagliato, ma semplicemente di straordinario, proprio come noi.
Mariachiara Gentile