Parchi eolici nelle Terre del Primitivo: il Comune di Manduria ribadisce il suo “no” in Regione

Una delegazione assai rappresentativa dell’Amministrazione Comunale della Città di Manduria, composta dal Sindaco, Gregorio Pecoraro, dagli assessori Katia Fusco e Fabiana Rossetti, dai Consiglieri comunali Mastrovito e Buccolieri, nonché dallo stesso responsabile del Consorzio “Terre del Primitivo Doc”, Alessandro Pastore, è stata ricevuta venerdì dalla IV Commissione regionale al fine di discutere le richieste pervenute, da parte di Yellow Energy s.r.l., di istituire un grande parco eolico nel territorio dei Comuni di Manduria, Sava, San Pancrazio Salentino e Torre Santa Susanna.
L’occasione è stata propizia per ribadire quanto il Consiglio Comunale della Città messapica aveva già manifestato in alcune proprie delibere, e cioè la ferma contrarietà a vedere un territorio fatto della più nobile tradizione contadina, incarnato dai vigneti del Primitivo certamente, ma anche dal suo paesaggio naturale, fatto di antiche masserie, di muri a secco, del ricordo delle generazioni precedenti che quella terra hanno custodito e instancabilmente lavorato, essere sacrificato sull’altare della “transizione energetica”.
In assenza di un’adeguata pianificazione territoriale, di un piano regionale che preservi questo patrimonio, ha affermato il Sindaco di Manduria (e non era in grado di farlo, aggiungiamo noi il progetto elaborato allo scopo dal dimissionario assessore Alessandro Delli Noci) il rischio è continuare ad assistere, insomma, allo scempio attuale, dal Salento al Gargano, passando per la Terra di Bari (l’altro giorno abbiamo scritto della mobilitazione in atto anche da parte del Comune di Bitonto sull’argomento): la sua progressiva trasformazione in terreno di conquista per voraci aziende multinazionali o comunque non di questa Regione e quindi non emotivamente legate ad essa, che non ne conoscono il valore storico, e che lo considerano come pura occasione di profitto.
Il più delle volte, infatti, si finisce col prendere semplicemente atto con rassegnazione e a malincuore, di nuovi impianti, eolici e fotovoltaici, sorti su terreni una volta agricoli, quando invece vi sarebbero le aree industriali o i terreni di scarso pregio che potrebbero essere dedicati, senza colpo ferire, a questo tipo di attività economica e alla produzione di energia rinnovabile, che potrebbe tranquillamente essere integrata anche solo, con facilitazioni e incentivi, nelle abitazioni cittadine.




