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Futuro dell’ex ILVA: la UILM chiede di chiarire questioni dirimenti

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Nuova richiesta dell’ingresso dello Stato nell’ex ILVA e contestuale perplessità verso la nuova apertura della gara per l’acquisto del Siderurgico, obbligo di salvaguardare tutti i posti di lavoro senza ovviamente rinunciare alla decarbonizzazione completa: sono questi i punti su cui si focalizza il commento del segretario della Uilm, Rocco Palombella, in merito all’incontro tenutosi ieri presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“L’incontro di oggi presso Palazzo Chigi doveva rappresentare la conclusione positiva di un percorso a ostacoli. Invece, purtroppo, siamo di fronte a una situazione sempre più complicata. L’unica novità è che c’è stato il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, con centinaia di prescrizioni, che ha evitato la fermata irreversibile dell’Ilva, e 200 milioni dal nuovo decreto sufficienti solo per poco tempo. Ora, però, bisogna cambiare passo e mettere tutte le parti di fronte alle proprie responsabilità, discutendo di proposte concrete e fattibili, sotto ogni punto di vista. Vogliamo conoscere nel dettaglio i livelli occupazionali previsti nelle varie opzioni per esprimere un nostro giudizio e mettere in campo le necessarie azioni

“Oggi ci aspettavamo di avere un programma concreto di piena decarbonizzaizone con l’indicazione precisa di tempi e risorse disponibili – sottolinea il leader Uilm – invece siamo di fronte alla riapertura di una gara che rappresenta un altro gesto disperato: un ulteriore tentativo di vendita dell’Ilva che si aggiunge a tutti quelli già effettuati e che non hanno prodotto nessun risultato. Dobbiamo essere chiari – aggiunge – tra Governo, Istituzioni ed Enti locali non c’è alcun accordo neanche sulla produzione di acciaio con i forni elettrici. Il paradosso è che si annuncia di costruirne tre a Taranto e uno a Genova, senza però decidere dove e come si produrranno la materia prima e il gas indispensabili per farli funzionareCosa . stiamo vendendo sul mercato? Come può un privato comprare una scatola vuota rischiando ingenti risorse finanziarie senza le garanzie minime e nessuna certezza?” 

A questo proposito, giova precisare che nel verbale dell’incontro tenutosi ieri, sebbene non controfirmato per divergenze emerse nel confronto fra le parti, con particolare riferimento proprio all’AIA, da Comune e Provincia di Taranto, si dà mandato ai commissari di Acciaierie d’Italia di aggiornare la gara in corso con l’inserimento dei termini temporali perentori entro i quali realizzare la completa decarbonizzazione, che sono stati previsti entro un arco temporale di 7 anni, quindi entro il 2032, con possibilità di proroga di 12 mesi, ma che devono iniziare entro il 2026.

“Senza la presenza dello Stato – conclude Palombella – che faccia da garante sulla realizzazione degli investimenti per l’acciaio green e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali la fine sarà vicina e inevitabile. Rischiamo di trovarci con gli altoforni chiusi perché a fine vita e senza aver costruito i forni elettrici. Con Fim e Fiom chiederemo nelle prossime ore un incontro prima che la situazione diventi irreversibile””.

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