La Consiliatura regionale si chiude con le vibranti proteste in aula degli agricoltori

E’ stato un tormentone che ha accompagnato tutta il secondo mandato di Michele Emiliano, (che ieri si è congedato definitivamente, con un po’ di commozione e un po’ di visibile malcontento, per non essersi potuto presentare come candidato consigliere, dal Consiglio regionale pugliese) quello della cancellazione dei tributi dovuti al Consorzio Unico di Bonifica.
Ci hanno provato, presentando degli emendamenti, sia i consiglieri dell’opposizione di centrodestra in Regione sia i rappresentanti del Movimento 5 Stelle i quali, com’è noto, hanno giocato una partita continuamente sul precario filo fra il sostegno e l’autonomia rispetto alle scelte fatte dalla maggioranza di centrosinistra.
Sempre uguale, nel segno del rigetto, è stata la linea opposta dal governo regionale e dall’assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia. Si erano anche vissuti altri momenti di tensione accesa in aula, quando proprio all’assessore era stato imputata la scarsa volontà di andare incontro alle richieste contenute in quegli emendamenti, i quali sostanzialmente si proponevano di legare il pagamento dei tributi all’effettivo svolgimento dei lavori nei canali di scolo delle campagne che ne giustificassero l’esazione, e di sospenderne la riscossione prima di una puntuale verifica.
Nulla era stato concesso, per paura che la Regione fosse poi costretta dal Governo a sanare quei mancati introiti, aumentando l’entità della sua esposizione verso il Consorzio unico, già rilevante.
Ieri, alla presenza non nuova di una rappresentanza degli agricoltori ai lavori dell’aula, si è vissuto l’ultimo capitolo della vicenda, ed è stato forse il più cruento: il Consiglio ha infatti approvato, in quella che è stata la sua ultima seduta prima del suo definitivo scioglimento, quindi veramente sul filo di lana, il Bilancio di previsione per il 2026, ma non è intervenuto per cancellare il tanto contestato tributo.
La protesta è quindi scoppiata fragorosa in aula (il video è facilmente reperibile sulla Rete): in particolare una delle persone presenti fra il pubblico, poi costretta a uscire dall’aula per il tono della sua invettiva, si è spinta fino a minacciare l’assessore Pentassuglia. Una questione che quindi, chiunque sia il vincitore delle elezioni del prossimo novembre, è destinata a restare una gatta da pelare rilevante.




