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Eni-Versalis e riconversione della chimica di base: le Regioni e la CGIL ancora scettiche

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Eni-Versalis rassicura, la Regione Puglia tergiversa e si dice non rassicurata. Questo, in estrema sintesi, la sintesi del vertice tenutosi a Roma presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, al quale hanno preso parte il ministro Adolfo Urso, i vertici aziendali, le rappresentanze delle varie sigle sindacali e delle regioni coinvolte, con i propri siti produttivi, nella vicenda: Lombardia, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto.

Ecco, il primo dato significativo è che nessuna delle regioni abbiano ancora siglato il protocollo d’intesa che Eni-Versalis ha presentato ed in seguito inviato alle controparti regionali, per acquisire suggerimenti di modifica. Hanno firmato tutte le sigle sindacali, ma non la CGIL e, per quanto riguarda nello specifico la situazione pugliese, e dello stabilimento di Brindisi nella fattispecie, le motivazioni di tale perplessità coincidono per buona parte con quelle prospettate dal delegato responsabile regionale per le Crisi aziendali Leo Caroli.

Esse sono da rinvenire nella mancata gradualità con la quale l’azienda ha deciso di pervenire allo spegnimento dell’impianto del cracking, che avverrà a partire dal 31 marzo 2025, pur riservandosi di riattivarlo in caso di eventuali condizioni favorevoli che dovessero presentarsi in futuro.

Inoltre, sostiene la CGIL, la nuova gigafactory, cioè l’impianto di produzione di batterie elettriche, “avrà gli stessi problemi di costo dell’energia che hanno portato all’abbandono della chimica di base. La politica dei due tempi poteva invece essere evitato, avviando sinergicamente la nuova progettualità ma mantenendo ancora attivo il cracking. Inoltre la contrarietà attestata più volte dalla CGIL è di tipo strategico, ed attiene all’abbandono da parte dell’Italia della chimica di base, cioè ad una oggettiva deindustrializzazione del nostro Paese.

Le paure vertono in ogni caso, come si è scritto in precedenza alla tenuta occupazionale, soprattutto sul piano dell’indotto. Su questo è invece assertiva la posizione di Eni-Versalis. Presentando la nuova azienda, che prenderà nel sito brindisino il nome di Eni Storage System Brindisi, è stato affermato come “le attività di costruzione dei sistemi di stoccaggio determineranno un incremento del personale indiretto. A regime, il livello occupazionale fra diretto e indiretto sarà superiore rispetto agli attuali livelli”. Più in particolare, si legge, “l’indotto dei territori interessati sarà coinvolto sia per le attività di decomissioning (cioè di smantellamento) e messa in conservazione degli impianti esistenti, sia per la realizzazione degli ingenti investimenti per le nuove iniziative e per la loro futura manutenzione”.

Vaghezza negli impegni, privi di un cronoprogramma verificabile puntualmente, sostiene invece Caroli.

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