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Scandaloso: Per l’esito di un esame istologico urgente al Miulli di Acquaviva fino ad un mese d’attesa. A Verona bastano 24 ore

La chemioterapia resta bloccata perché manca il referto: per un esame istologico urgente al Miulli si attendono settimane, mentre a Verona bastano solo 24 ore.

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La chemioterapia bloccata per l’attesa del referto: ecco perché l’esito urgente di un esame istologico è oggi simbolo di una sanità a due velocità

Ospedale Miulli – Acquaviva delle Fonti (BA)

L’esame istologico rappresenta oggi una delle criticità più gravi del sistema sanitario pugliese.

In un momento in cui la rapidità della diagnosi è vitale, sapere che per l’esito di un esame istologico urgente al Miulli si attendono anche 30 giorni è un fatto che fa indignare.

A Verona, per lo stesso esame, il referto arriva in 24 ore. E la chemioterapia può partire.

Che cos’è un esame istologico

L’esame istologico è un’analisi microscopica su tessuti prelevati mediante biopsia. Serve per confermare un tumore e iniziare la chemioterapia.

È un esame diagnostico essenziale e insostituibile. In Puglia, però, all’ospedale Miulli, questo passaggio salva-vita si blocca tra laboratori sovraccarichi e comunicazioni lente. E il paziente resta in attesa.

Perché il tempo è fondamentale

Un referto istologico tardivo significa che la chemioterapia resta sospesa. Ogni giorno perso è un vantaggio per il tumore.

Eppure, in molti casi al Miulli di Acquaviva, il paziente riceve l’esito dopo 20 o 30 giorni, anche se si trattava di un esame istologico urgente. Il danno è doppio: clinico e psicologico.

A Verona bastano 24 ore. E si inizia subito la terapia

A Verona, l’organizzazione ospedaliera consente di refertare un esame istologico urgente in meno di 48 ore. In alcune strutture, anche in 24. Non è un miracolo, ma una scelta organizzativa precisa. Il confronto è impietoso.

Dove il referto arriva in tempo, la cura inizia. Dove si attende, il tumore avanza.

Il caso Miulli va risolto. Subito

L’esito di un esame istologico immediato deve diventare una priorità reale. Serve trasparenza nei tempi di attesa, personale dedicato, e protocolli veri. Non si può lasciare un paziente oncologico bloccato perché manca un foglio. È tempo di agire. È tempo di cambiare.

Antonio Rubino

Antonio Rubino è giornalista, editore e direttore del Gruppo Puglia Press e de La Voce del Popolo. Esperto di comunicazione e organizzatore di grandi eventi, ha collaborato anche con la RAI. Leggi la biografia completa 

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