Olio: Coldiretti Puglia chiede tavolo prezzi e controlli antispeculazione al Masaf
Olio extravergine: Coldiretti Puglia chiede tavolo prezzi e controlli antispeculazione al Masaf. Una cabina di regia interforze nei porti della regione e un tavolo nazionale sui prezzi dell’olio sono le misure annunciate durante un incontro istituzionale dedicato alla tutela del settore olivicolo. L’obiettivo è contrastare pratiche sleali, l’arrivo di prodotto estero a basso costo e il conseguente crollo delle quotazioni all’origine.
Nei giorni scorsi è stata confermata l’attivazione di controlli rafforzati nei porti pugliesi e nelle aziende importatrici per verificare provenienza, qualità e destinazione delle partite di olio che entrano nel mercato nazionale. Il provvedimento nasce dalla richiesta di Coldiretti e Unaprol, che da tempo sollecitano un coordinamento straordinario contro irregolarità, contratti al ribasso e fenomeni speculativi.
Olio extravergine e importazioni in crescita: gli effetti sul mercato
Secondo i dati diffusi dalle organizzazioni agricole, le importazioni di olio straniero risultano quasi raddoppiate nel 2025, raggiungendo i 427 milioni di chili nei primi otto mesi dell’anno, con un incremento del 67% rispetto allo stesso periodo precedente e un picco del +93% nel mese di agosto.
L’aumento dell’offerta estera ha contribuito al crollo delle quotazioni dell’olio extravergine italiano, sceso in poche settimane da 9,4 euro/kg a 7,74 euro/kg, con una perdita di quasi il 20% e livelli inferiori ai costi di produzione sostenuti dalle imprese agricole.
L’ultimo rapporto dell’Icqrf segnala giacenze nazionali di olio superiori del 32,7% rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto all’aumento della disponibilità di extravergine (+37,5%). Tuttavia, l’olio evo italiano cresce di appena l’8,7%, mentre il prodotto straniero risulta raddoppiato (+100%). Per Coldiretti, questi dati rendono difficilmente giustificabile il crollo dei prezzi, soprattutto alla luce dell’arrivo dell’olio extravergine “nuovo” che, in condizioni ordinarie, tende a sostenere le quotazioni.
Grano duro, concorrenza estera e rischi per la filiera nazionale
Il quadro di difficoltà riguarda anche il comparto cerealicolo. Le autorità canadesi hanno rilevato che oltre la metà del grano duro prodotto nel 2025 presenta qualità non conforme agli standard ottimali, con chicchi fortemente germogliati e danni da insetti e funghi. Nonostante ciò, gli arrivi di prodotto canadese nei porti italiani risultano praticamente raddoppiati, con un effetto depressivo sui prezzi del grano nazionale.
Secondo Coldiretti, l’incremento delle importazioni è favorito dal dazio zero concesso dall’Unione Europea ai cereali canadesi nell’ambito dell’accordo commerciale Ceta. L’organizzazione agricola richiama inoltre l’attenzione sull’uso del glifosato in pre-raccolta nelle coltivazioni extra Ue, pratica vietata in Italia per motivi di tutela della salute e dell’ambiente, evidenziando un contesto di concorrenza ritenuto non equilibrato per i produttori nazionali.
Le mobilitazioni degli agricoltori hanno contribuito a portare in primo piano le criticità del settore e a promuovere l’adozione di misure per rafforzare i controlli e prevenire fenomeni speculativi. Nonostante i primi segnali di inversione di tendenza sui mercati, le quotazioni restano ancora inferiori ai costi di produzione stimati da Ismea, con ripercussioni sulla sostenibilità economica delle aziende.
In Italia la superficie coltivata a grano duro ammonta a quasi 1,2 milioni di ettari, concentrati soprattutto nelle aree interne del Mezzogiorno, dove spesso mancano alternative produttive e il rischio di abbandono dei terreni e di desertificazione economica è particolarmente elevato.
Prospettive future e rigenerazione degli oliveti
Nei prossimi mesi sono attesi ulteriori interventi istituzionali sul fronte dei controlli e della trasparenza della filiera. Il tavolo al Masaf sui prezzi dell’olio extravergine dovrà esaminare l’andamento delle quotazioni, i meccanismi di formazione dei prezzi lungo la filiera e le misure utili a garantire una più equa remunerazione ai produttori.
Parallelamente, attraverso il progetto “Coltivaitalia” è previsto lo stanziamento di 300 milioni di euro destinati alla rigenerazione degli oliveti, al rinnovamento degli impianti e al rafforzamento della competitività dell’olio extravergine italiano sui mercati nazionali e internazionali.
Le organizzazioni agricole auspicano che l’insieme di questi strumenti, dalla cabina di regia interforze ai controlli nei porti fino agli investimenti per gli oliveti, possa contribuire a stabilizzare il mercato, tutelare il reddito delle imprese e salvaguardare due comparti strategici per l’economia agricola del Paese.
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