I Sindacati unanimi: “Bitetti ritiri le dimissioni”

Le dimissioni di Piero Bitetti dalla poltrona di Primo cittadino del Comune di Taranto, ad appena poche settimane dalla sua elezione, sono state certamente il fatto politico del giorno, non solo in Puglia, vista quanto cruciale sia la “questione Taranto” per il futuro industriale dell’intero Paese.
Le stesse scelte strategiche sul futuro dell’ex Ilva, negli ultimi mesi, avevano inevitabilmente risentito del confronto elettorale, con un attendismo giustificato anche dal nodo di conoscere chi sarebbe stato il successore di Rinaldo Melucci: se fosse prevalso nelle urne il candidato vicino al Governo Meloni, Francesco Tacente, è molto probabile che il confronto intergovernativo fra livello centrale e locale sarebbe stato più in sintonia, anche sul tema del posizionamento della nave rigassificatrice, di quanto lo sia dopo la vittoria del centrosinistra.
E’ pure vero, però, che a dispetto della contrarietà espressa rispetto alla linea governativa sulla questione di come giungere alla decarbonizzazione del siderurgico tarantino, ed anche dei tempi che occorreranno per conseguire l’obiettivo, Bitetti si è trovato comunque esposto ad una dura contestazione da parte di chi lo avrebbe voluto più risoluto, evidentemente, nel rovesciare il tavolo interistituzionale che sta affrontando la questione. Ma è evidente che il Sindaco non ha vinto le elezioni con un programma nel quale c’era scritta la chiusura dell’ex ILVA, che egli, anche con la riunione di ieri sera aperta alle associazioni e la seduta monotematica del Consiglio comunale in programma domani, sta provando a trovare una difficilissima mediazione che riesca a tenere assieme tutti gli obiettivi: quelli dell’ambientalizzazione più rapida possibile ma anche quelli della salvaguardia occupazionale.
Considerando la grande delicatezza del momento quindi, oggi sono giunte a Bitetti da tutti i fronti, anche dai suoi avversari politici, sia pure con sfumature diverse (l’opposizione in Consiglio comunale ne ha rimproverato ad esempio la dimostrazione di debolezza) inviti a ritirare le dimissioni entro i quindici giorni di tempo previsti.
Lo stesso hanno fatto i Sindacati confederali di CGIL CISL e UIL i quali insistono principalmente sul fatto che il rischio, in assenza di un’Amministrazione comunale che tenga il punto sulla disattivazione definitiva del famigerato “ciclo integrale” più rapida ed indolore possibile, il Governo possa continuare a tergiversare.
“Quanto successo ieri a Palazzo di Città – affermano in una nota – non appartiene al confronto democratico, anche aspro, che ci può essere tra le parti. È l’estremizzazione di un clima di tensione, per mettere gli uni contro gli altri, di una minoranza che non rappresenta l’associazionismo ambientalista del territorio. Per questa ragione, sentiamo la naturale esigenza di esprimere un sentimento di sincera solidarietà e vicinanza al sindaco Bitetti per l’attacco ricevuto ieri.
C’è da rilevare che Bitetti ha da subito cercato di dialogare, con tutte le parti chiamate in causa, sul tema del futuro dello stabilimento ex ILVA. Il 25 luglio scorso FIM FIOM UILM hanno presentato, alle istituzionali locali e alla Regione Puglia, una piattaforma per punti in cui viene esplicitata la posizione sindacale in merito al processo di decarbonizzazione che può portarci finalmente a coniugare il diritto al lavoro e alla salute.
Il sindaco e la neoamministrazione comunale sono stati eletti qualche settimana fa con un mandato democratico preciso conferito da una comunità, forse meno chiassosa, fatta di famiglie, lavoratrici e lavoratori, persone comuni, con l’obiettivo di liberare Taranto dall’ignobile ricatto tra salute e lavoro e per assicurare alla città un futuro diverso. La tenuta democratica non può essere messa in discussione con atteggiamenti intimidatori.
Quella a cui ci troviamo di fronte è, probabilmente, l’ultima vera possibilità che abbiamo, sempre come comunità, di pretendere impegni vincolanti da parte di tutti i livelli istituzionali attraverso la presentazione di un progetto serio, sostenibile, reale che sia in grado di conciliare i diritti costituzionali richiamati.
Pertanto – concludono – chiediamo al sindaco Bitetti di ritirare le dimissioni per governare la città che lo ha proclamato sindaco qualche settimana fa e alla sua maggioranza di trovare una sintesi ragionevole fuori da ogni logica legata al populismo o alla ricerca dei facili consensi e che pensi al bene dei cittadini che hanno deciso di rappresentare”.




