Il coraggio di Padre Paolo: scegliere la luce nella notte di Halloween

Martina Franca – Parrocchia di Cristo Re
Mentre il mondo si traveste per celebrare il buio, c’è chi sceglie la luce. Nella serata del 31 ottobre, Padre Paolo Lomartire, parroco della chiesa di Cristo Re a Martina Franca, ha deciso di proporre ai suoi fedeli un gesto controcorrente: una veglia di adorazione eucaristica, un momento di preghiera, lode e intercessione per “riparare con amore” — come lui stesso ha detto — “in un tempo in cui il Santissimo Sacramento viene offeso e dimenticato”.
Halloween: da rito pagano a carnevale mascherato

Oggi Halloween viene vissuto da molti come una semplice occasione di svago: maschere, dolciumi, feste, travestimenti. Ma pochi sanno che la sua origine risale a riti celtici antichi legati al culto dei morti e agli spiriti, in una notte che segnava il confine tra il mondo dei vivi e quello dei defunti. Il nome stesso deriva da All Hallows’ Eve, la vigilia di Ognissanti, ma nel tempo il significato spirituale è stato snaturato e sostituito da un immaginario oscuro, popolato di scheletri, streghe e demoni.
Quella che era una riflessione sul mistero della vita e della morte si è trasformata, nel consumismo contemporaneo, in una sorta di carnevale d’autunno, dove spesso il simbolismo del male diventa gioco, e il buio — anziché essere superato — viene celebrato.
Il gesto controcorrente di Padre Paolo
Padre Paolo, con semplicità e fermezza, ha voluto offrire un’alternativa. “Mentre il mondo celebra il buio, noi scegliamo la luce vera, quella che nessuna tenebra può spegnere: Gesù Eucaristia”, ha detto il parroco durante l’annuncio alla comunità.
Nel salone parrocchiale e nella chiesa si alterneranno momenti di canto, silenzio, preghiera e adorazione. Una serata aperta a tutti: giovani, famiglie, bambini — non per protestare contro chi festeggia Halloween, ma per accendere una luce che illumina davvero.
“Vieni anche tu, non per protestare contro il buio, ma per accendere una luce che illumina davvero. La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.” (Giovanni 1,5)
La fede che non si nasconde
In un tempo in cui la fede sembra spesso doversi giustificare, l’iniziativa di Padre Paolo appare come un atto di coraggio. Non un gesto polemico, ma una testimonianza viva: scegliere Cristo in un mondo che celebra il contrario. Laddove Halloween trasforma l’oscurità in intrattenimento, la comunità di Cristo Re preferisce inginocchiarsi davanti al Santissimo, “perché — dice il parroco — solo davanti a Lui ritroviamo il senso della luce vera”.
Un gesto semplice, ma profondamente rivoluzionario: riparare con amore a ciò che è stato dimenticato, e ricordare che la vera festa è quella della vita che vince sulla morte.
Domande da porsi
Padre Paolo non condanna, ma invita a interrogarsi: è giusto abituare i bambini a travestirsi da mostri, senza spiegare loro il significato? È giusto banalizzare il male, renderlo gioco, spettacolo, maschera? Forse non si tratta di vietare, ma di educare alla luce, insegnando che la gioia non nasce dal buio, ma dalla speranza.
Gesù ti aspetta
Alla fine, il messaggio resta semplice e potente: “Gesù ti aspetta. Non lasciarlo solo.” Nella notte in cui tutto il mondo accende zucche e maschere, qualcuno sceglie di accendere una candela davanti all’altare. È lì che si riconosce il coraggio: non nel gridare contro il buio, ma nel scegliere la luce.
Antonio Rubino è giornalista, editore e direttore del Gruppo Puglia Press e de La Voce del Popolo. Esperto di comunicazione e organizzatore di grandi eventi, ha collaborato anche con la RAI. Leggi la biografia completa





Un modesto contributo.
Il messaggio del sacerdote è toccante e spiritualmente potente: invita a scegliere la luce, a cercare una presenza che trascende il rumore del mondo. È un invito alla contemplazione, alla fede, alla comunione con il divino.
C’è una linea sottile tra il richiamo alla spiritualità e la condanna di ciò che non vi rientra. Halloween, pur con le sue origini pagane e le sue derive commerciali, è per molti un momento di gioco, di creatività, di socialità. Non è necessariamente un’esaltazione del buio, ma può essere anche un modo per esorcizzarlo insieme, con leggerezza e fantasia.
Accendere una candela davanti all’altare è un gesto intimo e potente.
Ma anche bussare alle porte, travestirsi, ridere insieme è un modo per sentirsi parte di una comunità.
Luce e buio non sono sempre in opposizione
La luce può convivere con il gioco delle ombre, se il cuore resta aperto.
Demonizzare un momento di festa rischia di creare distanza, anziché dialogo.
Credo che la Chiesa ha anche il compito di accompagnare, non solo ammonire.
Riconoscere il valore umano di certe tradizioni può essere un ponte, non una barriera.
Educare alla fede può passare anche attraverso l’accoglienza, non solo la separazione.
In fondo, il coraggio non è solo scegliere la luce, ma anche incontrare l’altro là dove si trova, senza paura. E magari, proprio in mezzo a zucche e maschere, qualcuno può scoprire una scintilla di verità.
Cordialità
Gianni Palumbo