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Infiltrazioni clan Parisi nell’AMTAB di Bari: Società dei Trasporti va in amministrazione giudiziaria

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Il Tribunale di Bari ha emesso un provvedimento che getta luce sulle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno dell’AMTAB di Bari, società dei trasporti del Comune. Secondo quanto riportato, la società sarebbe stata manipolata da individui legati al clan Parisi, che avrebbero agito con la convinzione di poter influenzare le assunzioni e le decisioni aziendali.

Il provvedimento, che ha posto l’AMTAB sotto amministrazione controllata, è stato motivato dalla scoperta di presunte interazioni tra membri del clan Parisi e dipendenti dell’AMTAB. In particolare, si fa riferimento a conversazioni tra Tommaso Lovreglio e Luigi Carrassi, quest’ultimo legato al clan Parisi, riguardanti la promessa di un posto di lavoro e l’imposizione di quattro assunzioni temporanee durante la Fiera del Levante, destinate a individui vicini alle famiglie Parisi e Lovreglio.

L’AMTAB, responsabile della gestione delle aree di sosta a pagamento e delle sosta periferiche chiuse, si sarebbe avvalsa di agenzie per il lavoro per reclutare personale temporaneo durante eventi pubblici come la Fiera del Levante. Tuttavia, secondo le indagini del Tribunale di prevenzione, alcune assunzioni sarebbero state favoritamente influenzate da Lovreglio a favore di individui legati al clan Parisi, configurando il reato di estorsione aggravata.

Le infiltrazioni della criminalità nell’AMTAB sono state confermate anche da un pentito, Nicola De Santis, il quale ha menzionato numerosi individui legati al clan assunti nella società. De Santis ha fatto riferimento anche all’assunzione di Massimo Parisi all’AMTAB, sostenendo che questa sia stata favorita da contatti politici e manipolazioni durante il processo di selezione del personale.

Le rivelazioni del pentito indicano un coinvolgimento diffuso del clan Parisi nelle attività dell’AMTAB, inclusa la gestione delle aree di sosta durante eventi pubblici e concerti. Si tratta di un’ulteriore conferma delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico della città di Bari.

La nomina di un amministratore giudiziario per l’AMTAB segna un tentativo di ristabilire la legalità e l’integrità all’interno della società dei trasporti del Comune, mentre le indagini proseguono per individuare e perseguire coloro che hanno abusato del loro potere a fini illeciti.

Redazione Pugliapress

PugliaPress Quotidiano cartaceo e online dal 7 dicembre del 2000 redazione@pugliapress.it direttore@pugliapress.it

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Un commento

  1. Quanto emerso dall’inchiesta giudiziaria sull’Amtab di Bari presenta risvolti penali rilevanti ma sui quali bisognerà attendere gli esiti processuali finali. Quanto alla necessità di mantenere ancora in vita questo carrozzone clientelare non si dovrebbe aspettare un minuto. La scarsa qualità del servizio offerto Amtab ai cittadini baresi è cosa nota ormai da svariati decenni. Come sono noti i deficit della municipalizzata cheil Comune ha dovuto ripianare a suon di milioni di contributi (tasse) pagati dai cittadini. Negli ultimi anni si è assistito ad un valzer di nomine politiche alla Presidenza dell’Amtab che di fatto non hanno invertito la rotta di una gestione fallimentare fatta di inefficienza e vetustità del servizio per l’utenza e modelli organizzativi approssimativi. Il comune, proprietario dell’Azienda, ha sempre “coccolato” il suo carrozzone pubblico come un “serbatoio clientelare” elettoralmente ghiotto.
    Forse è giunto il momento di voltare pagina sulle municipalizzate a carico dei cittadini contribuenti. Del resto, la normativa europea già prevede da anni di poter mettere a gara la gestione del trasporto pubblico urbano. Economicamente conviene per tutti.. in primis per i cittadini.

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