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Forte tensione in Consiglio regionale e seduta sospesa a causa del tributo sul Consorzio di bonifica

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La seduta di oggi in Consiglio regionale ha visto contrapporsi nuovamente maggioranza e opposizione in merito alla questione del Tributo 630, quello che regola il pagamento per i lavori che dovrebbero svolti nelle campagne dal Consorzio di bonifica unificato, che ha sostituito i 4 precedentemente esistenti.

Come avevamo scritto sabato, nella seduta del giorno precedente l’Ufficio di Presidenza aveva ritenuto non accoglibile l’emendamento proposto dal Consigliere Cristian Casili, che vincolava il pagamento all’effettivo svolgimento dei lavori di bonifica da parte dell’ente, in quanto la norma che regola il tributo è, a detta della maggioranza, sottesa a una legge dello Stato, violando la quale la Regione dovrebbe farsi carico di ripianare i debiti accumulati dall’ente stesso, come fatto più volte in passato, cosa che ha determinato il grave debito ancora gravante sulle casse del Consorzio.

Inoltre, ha affermato il Presidente della Regione Michele Emiliano, i lavori hanno iniziato a essere svolti regolarmente.

Oggi la scena si è ripetuta, con la differenza che a presentare le nuove proposte di modifica non è stato l’esponente del Movimento 5 Stelle ma il centrodestra, con i Consiglieri Pagliaro e Scalera.

Nuovamente esse sono state ritenute inammissibili, e questo ha scatenato una vera e propria bufera in aula, con accuse incrociate di incompetenza fra l’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia e gli esponenti del centrodestra firmatari degli emendamenti, costringendo il Presidente dell’aula Loredana Capone a sospendere la seduta, fra le proteste anche della delegazione di agricoltori presenti.

Così si è espresso sulla vicenda Paolo Pagliaro, il quale ha affermato che il suo emendamento contenesse anche delle indicazioni sulle coperture finanziarie dovute alla sospensione del tributo: “la sospensione del tributo di bonifica – lo ribadisco – è una scelta politica in capo alla Regione, che invece butta la palla al Governo centrale. Considerata la situazione di grave difficoltà dei nostri agricoltori salentini, messi in ginocchio da Xylella, calamità e siccità, la sospensione del tributo dovrebbe essere un atto dovuto da parte del Governo regionale, una mano tesa ad un comparto che fatica a tirare avanti e invece è costretto a pagare per servizi non resi.

Si tratta di richieste, anzi di pretese, illegittime, che in caso di mancato pagamento danno origine ad atti odiosi come i fermi amministrativi dei veicoli, ennesimo colpo che spezza le gambe agli agricoltori. Ma il Governo Emiliano, dichiarando inammissibile anche il mio nuovo emendamento per la sospensione del 630, ha scelto di continuare a mettere le mani nelle tasche di agricoltori e cittadini”.

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