Puglia, nuova tragedia nei campi: un uomo perde la vita in un incidente con il trattore
Un uomo di 69 anni è deceduto lunedì pomeriggio a Castelluccio Valmaggiore, in provincia di Foggia, dopo il ribaltamento del trattore che stava guidando per raggiungere un terreno agricolo di famiglia. L’incidente, avvenuto in contrada Paduli, si è rivelato fatale: il mezzo si è capovolto improvvisamente, travolgendo l’agricoltore. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco e i Carabinieri, oltre al sindaco Pasquale Marchese.
Emergenza ribaltamenti di trattori in Puglia
Secondo Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole – si tratta dell’ennesima tragedia che conferma la gravità di una situazione ormai fuori controllo. Negli ultimi mesi, infatti, in Puglia si sono registrati tre decessi legati al ribaltamento di trattori: il 28 agosto un giovane di 21 anni ha perso la vita a Cerignola, mentre lo scorso 14 maggio un agricoltore di 63 anni è morto a Conversano.
“Non possiamo più considerare questi episodi come fatalità isolate. Si tratta di una vera e propria emergenza”, ha dichiarato Andrea Borio, presidente di Federacma.
Sicurezza dei mezzi agricoli: “Serve la revisione obbligatoria”
Dai dati diffusi dall’INAIL emerge che il ribaltamento di trattori rappresenta la prima causa di morte sul lavoro in agricoltura, con circa 100 decessi l’anno a livello nazionale. Eppure, a dieci anni dal decreto che prevede la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli, il relativo provvedimento attuativo non è mai stato emanato.
“Questi mezzi troppo spesso sono vecchi, instabili, privi di rollbar o cinture di sicurezza. Ogni ribaltamento è figlio di una mancata prevenzione. Finché lo Stato non darà piena attuazione alla revisione, queste tragedie continueranno”, ha aggiunto Borio.
Appello alle istituzioni
Federacma ha ribadito la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per creare una rete di controlli, formazione e assistenza tecnica, sollecitando il Governo a sbloccare l’iter del decreto.
“Morire mentre si lavora la propria terra non può essere il prezzo da pagare per l’assenza di norme applicate. La sicurezza nei campi è un diritto e una priorità: occorrono scelte chiare e immediate”, ha concluso Borio.
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