AVIS GINOSA: 18 ANNI DI VITA PER LA DONAZIONE
La donazione del sangue è un atto di generosità autentica che va proprio nell’ottica di carità democratica che occorre alla nostra società. Il settore delle trasfusioni è molto particolare e nonostante il grande e repentino progresso che interessa tutti i settori della scienza medica vede l’impossibilità di riprodurlo in laboratorio. Questo rende il sangue un bene prezioso, oro rosso. Il settore delle trasfusioni non vede mai il suo bilancio in attivo: questo significa che vi è sempre necessità di sangue. Donare il sangue risulta essere un atto genuinamente democratico proprio perché tutti i donatori diventano ugualmente importanti. Per risolvere questa perenne emergenza si deve operare sulla consapevolezza e la solidarietà di tutti i cittadini. Occorre capire che la maggior parte di noi può donare il sangue e la maggior parte di noi, almeno una volta nella vita, potrebbe averne bisogno.Una semplice donazione può salvare una vita o addirittura più vite. Proviamo a immaginare a se nessuno lo facesse, quanti bambini malati di leucemia non sopravvivrebbero, e quanti ricoverati dopo incidenti gravi? Alla luce di questo piccolo pensiero si intuisce quanto un piccolo gesto può diventare importantissimo per la vita di qualcun altro. Ma donare sangue fa bene al donatore stesso poiché garantisce un controllo costante del nostro stato di salute, attraverso visite sanitarie e accurati esami di laboratorio che vengono effettuate sempre sul sangue prelevato. Insomma un atto di generosità verso chi dona, ma anche per chi ha donato, che dovrebbe diventare una buona abitudine. Viviamo in una società contrassegnata dall’individualismo dove si realizzano scelte spesso mirate solo alla realizzazione del bene dell’uno più tosto che della comunità. Avere nel nostro territorio un’associazione, come l’AVIS locale, che ha raggiunto il traguardo dei 18 anni è uno stimolo ed un perché ci invita con la sua presenza e le sue numerose attività anche in ambito culturale, oltre che sociale, a provare a misurare i nostri valori sociali legandoli a bisogni essenziali come quelli di “sangue” ed un conforto perché saggiamo il nostro senso di carità al di fuori dei contesti canonici ai quali l’educazione ci ha abituato. Pertanto il mio augurio non va solo all’AVIS, ai suoi associati, al suo Presidente, Nicola Carenza, ma anche a tutti quei benefattori che abitualmente donano il sangue e a quanti, invece, lo diventeranno in futuro.