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PANARELLI, IL RITORNO DEL FIGLIO ROSSOBLÙ

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Cinque anni. Un tempo lungo, segnato da un silenzio che ha pesato come un macigno. Cinque anni dopo quel maledetto Covid che fermò i campionati e congelò sogni e ambizioni, Luigi “Gigi” Panarelli torna a sedersi sulla panchina del Taranto. Alla soglia dei cinquant’anni, con la maturità di chi ha vissuto il calcio da protagonista e la saggezza di chi conosce il peso della maglia rossoblù, Panarelli si è presentato senza clamori, con rispetto per chi lo ha preceduto, ma con la forza di chi sa che certe chiamate non si rifiutano.

“Quando chiama il Taranto si sceglie anche con il cuore”, ha confessato con emozione. E il cuore, questa volta, ha battuto forte: la proprietà lo ha voluto, lui ha accettato, consapevole che dietro questa nuova avventura c’è un progetto, un obiettivo, una città intera che pretende riscatto.

Il tecnico, che aveva guidato la squadra tra il 2018 e il 2020, ha ritrovato un gruppo segnato da assenze e acciacchi: Souare, Monetti, Konate, Vukoja, oltre allo squalificato Russo. “Dovrò cucire un vestito su misura per chi è disponibile”, ha spiegato, con la concretezza di chi sa che il mercato non è un alibi, ma che la vera sfida è trasformare ciò che si ha in forza collettiva.

La sua priorità è chiara: mentalità vincente. “Il Taranto è obbligato a vincere, ma bisogna restare con i piedi per terra. Ogni avversario ci affronta come fosse la partita della vita. Servono personalità e spavalderia, senza presunzione”.

Parole che hanno il sapore di un manifesto. Perché Panarelli non parla solo di tattica, ma di appartenenza, di identità. “Giocare a calcio è il mestiere più bello. Non deve essere un peso. La pressione non deve consumare energie nervose. I ragazzi devono essere consapevoli della maglia che indossano. Siamo condannati a vincere, perché abbiamo un obiettivo da centrare”.

Sul piano tecnico, il mister ha già tracciato la rotta: dominio del gioco, organizzazione, fiducia. “Rispettiamo il Novoli, squadra che non molla mai. Ma noi abbiamo ferite che bruciano ancora e vogliamo riscattarci”.

E poi il ricordo delle sue esperienze: l’Eccellenza vinta con l’Altamura, il richiamo di altre squadre di vertice della Serie D, rifiutato senza esitazioni. “Il progetto Taranto conta più delle categorie. Qui serve umiltà, realismo e la consapevolezza che non bisogna mai mollare. Contano i risultati”.

Il resto è attesa: lo staff da completare, il portiere da scegliere, la formazione da comunicare solo all’ultimo per tenere tutti sulla corda. Ma il messaggio è già arrivato forte e chiaro: Panarelli è tornato. E con lui, la speranza di un popolo che non ha mai smesso di credere.


Francesco Leggieri

Giornalista pubblicista. Collaboratore, a vario titolo, di altre redazioni sportive di giornali, radio e televisioni nazionali. Esperto di attività Audiovisive, fotografiche e cinematografiche (diploma don Orione di Roma 1985). Presentatore televisivo e radiofonico per varie emittenti locali e di eventi anche a carattere nazionale. Scrittore. E' in uscita il suo terzo libro. Esperienza nelle attività di pubbliche relazione in ambito militare.

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