
Gaza è stata la parola certamente più ricorrente nei discorsi, nei pensieri, nelle pagine dei giornali e della comunicazione in generale nel terribile periodo che stiamo vivendo, un termine che fino ad ora serviva ad indicare soltanto una zona geografica del Medio Oriente, da questo momento in poi, verrà sempre associato ad una delle pagine più orribili della storia contemporanea, e le generazioni a venire chiederanno conto alla nostra come sia stato possibile che cotanto orrore, speriamo davvero terminato, sia potuto verificarsi.
Il termine è diventato quindi talmente indicativo di qualcosa di catastrofico che al neocandidato alla carica di governatore della Puglia, Luigi Lobuono, è venuto in mente di utilizzarlo per dare un’idea del paesaggio agricolo in cui versano le province salentine, Lecce e buona parte di quella di Brindisi, con l’aggiunta della zona orientale di quella di Taranto a causa del disseccamento degli ulivi, e così far cadere la responsabilità del disastro su chi ha governato la Puglia negli ultimi due decenni.
“Hanno sterminato 22 milioni di ulivi – ha dichiarato Lobuono -. E oggi, dopo 14 anni, sta arrivando addirittura anche a Foggia, nella Capitanata”.
Il paragone ha fortemente indispettito Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli e candidato alle Regionali nelle file del Partito Democratico: “Sono due ferite profondamente diverse – ha affermato – ciascuna con la propria storia, il proprio dolore, le proprie vittime. Metterle sullo stesso piano significa offendere entrambe: quella palestinese, che è una tragedia umana e civile, e quella salentina, che è una ferita ambientale, economica e identitaria».
Il Salento è una comunità viva, che ha sofferto, che ha perso milioni di ulivi, ma che ha saputo rialzarsi con dignità. Chi attraversa oggi queste campagne sa quanto dolore ci sia dietro quei filari spenti, ma sa anche quanta forza e speranza abitano ancora qui.
E conclude:
“Chi davvero ama la nostra terra non la descrive come Gaza: la difende, la conosce, la ascolta. Chi usa la morte dei bambini per aprire una ferita nel nostro Salento non parla al cuore delle persone, lo usa. E questo, in politica, è semplicemente indegno”.
In conclusione: l’intento di Luigi Lobuono è stato quello, in una campagna elettorale che il centrodestra, non per colpa sua, ha iniziato con colpevolissimo ritardo, di trovare consensi e visibilità su una questione certamente fondamentale per il tessuto economico e identitario della Puglia, utilizzando a proposito un’immagine fortissima, deviandola però troppo dal suo alveo, forzandola, perché Gaza nella storia contemporanea può essere accostata, come orrore, solo ai campi di sterminio, alle bombe nucleari sulle città giapponesi o ad altri episodi di pulizia etnica, come il genocidio degli armeni o quello dei cambogiani.
Lobuono dovrà certamente impostare una campagna elettorale molto aggressiva, se vorrà quantomeno sperare di perdere onorevolmente contro un candidato che parte così avvantaggiato, per tanti fattori, come Decaro, e la sanità, come egli stessi ha già chiarito, sarà uno se non il campo di battaglia da privilegiare, in questo senso. Per il resto, quantunque il centrosinistra possa essere chiamato anche a rispondere di quanto accaduto con gli ulivi, è bene conservare il senso delle proporzioni.




