Decaro ha ufficializzato la sua candidatura a governatore. Ma ora è Emiliano a voler tornare in campo

Il palco della Festa dell’Unità di Bisceglie ha posto fine all’estenuante tira e molla di queste settimane: Antonio Decaro, ex Sindaco di Bari, ed eletto appena lo scorso anno come parlamentare in Europa, dove presiedeva la Commissione Ambiente, ruolo che diceva di amare tantissimo ma, evidentemente, non al punto da resistere al ruolo di salvatore della patria del centrosinistra, schieramento che evidentemente tale considera ormai la Puglia, governandola da 20 anni ha ufficializzato, al fianco di Elly Schlein, la sua candidatura a governatore della Regione Puglia.
La questione su cui si era impuntata la disponibilità di Decaro è nota: la presenza fra i candidati al Consiglio regionale dei suoi due illustri predecessori: se le pressioni del PD aveva infine spinto il governatore uscente Emiliano a farsi da parte, non era pensabile che riuscissero a farlo con Nichi Vendola, uomo simbolo di Alleanza Verdi-Sinistra, e infatti non erano riuscite a farlo, ricevendo anzi un’accoglienza sdegnata.
Ma se la partita sembrava sistemata, evidentemente sulla base della promessa di lealtà e correttezza di Vendola nei confronti del futuribile governatore, ecco che pare accendersi un giallo vero e proprio: indiscrezioni di quest’ultima ora, parlano di un Michele Emiliano intenzionato a rimangiarsi la promessa di farsi da parte, non essendo questa condizione preliminare posta da Decaro stata soddisfatta da Vendola.
Ed effettivamente, quasi come se fosse un battibecco fra bambini immaturi, Emiliano nei giorni scorsi aveva già detto di essere disposto a non candidarsi, ma solo a patto che non lo facesse pure il suo predecessore alla guida della Regione.
Detto questo, Decaro dal palco di Bisceglie ha affermato di aver accettato il ruolo propostogli anche per onorare la memoria del Consigliere regionale del PD Donato Metallo, venuto a mancare per un male incurabile pochi mesi fa. “Donato mi avrebbe detto ‘Mena Antò'”, ha detto commesso dal palco.
Vedremo in ogni caso gli sviluppi ulteriori di questa telenovelas del tutto autoreferenziale, di questo bisticcio fra primedonne della coalizione “progressista”. Così come vedremo quali azioni intraprenderà lo schieramento avversario, che ha perso già in partenza, non riuscendo ad approfittare dello stallo del centrosinistra per guadagnare almeno tempo nei confronti di un avversario che, con Decaro, parte già tanti punti avanti nei sondaggi.
E se così sarà, non sarebbe il caso che il centrodestra si giocasse davvero la carta, perso per perso, di una candidato ruspante, che non accetti la sfida impossibile da vincere sul campo preferito da Decaro, quello prettamente istituzionale, ma che provi a scompaginare il quadro e giochi la sua partita senza ingessature e senza la cravatta al collo? Quella figura il centrodestra ce l’avrebbe nel suo schieramento, e risponde al nome di Pippi Mellone, Sindaco di Nardò, uomo capace almeno di parlare ad un elettorato che diversamente si rifugerebbe nell’astensione. Tanto più che anche i 5 Stelle sono entrati pienamente nei ranghi del centrosinistra. Ci pensino, invece di mettere in campo una candidatura di pura testimonianza.




