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D’Errico (UDC): per i Tamburi non basta più indignarsi. Serve un patto capace di cambiare il futuro

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L’esponente UDC denuncia l’abbandono sociale e ambientale del rione e propone un piano straordinario di rigenerazione urbana.

Taranto, 18 luglio 2025 – «Un morto, tre feriti di cui due gravi, decine di colpi d’arma da fuoco nel centro abitato. Non è uno scenario di guerra, è la nostra Taranto. È il quartiere Tamburi e se non alziamo ora la voce, se non pretendiamo adesso una svolta profonda, allora significa che come comunità, come istituzioni e come politica, abbiamo davvero fallito».

A parlare è l’avv. Francesco D’Errico, dirigente dell’UDC, commentando la gravissima sparatoria avvenuta mercoledì sera nel quartiere Tamburi, nella zona delle cosiddette «case parcheggio» tra via Machiavelli e via Lisippo: un agguato a colpi di pistola, davanti ai residenti, con un uomo ucciso, tre persone ferite (due in condizioni molto gravi).

«Non si tratta di un episodio isolato – spiega D’Errico – ma dell’ennesimo segnale di un degrado strutturale e profondo. Il quartiere Tamburi, da troppi anni, vive sotto un doppio peso: quello dell’emergenza ambientale e quello di un abbandono sociale che si è radicato in maniera drammatica. È un quartiere in cui spesso si è intervenuti per gestire l’urgenza, ma mai per risolvere le cause profonde della sua crisi. I Tamburi sono stati oggetto di mille promesse, piani straordinari, tavoli tecnici ma la verità è che oggi, nel 2025, quel quartiere vive ancora in uno stato di marginalità strutturale. La criminalità si insinua dove lo Stato si è ritirato e lo Stato non è solo la polizia: è la scuola, è il lavoro, è l’assistenza, è la presenza quotidiana e costante delle istituzioni».

Per il rappresentante UDC: «a Taranto servono più controlli, più pattuglie ma se non interveniamo contemporaneamente sulle cause del disagio, continueremo a rincorrere le tragedie. Occorre un progetto integrato: più sicurezza, ma anche più educazione, più cultura, più opportunità per i giovani. Altrimenti il disagio sociale emergerà ancora e sempre più spesso».

L’avv. D’Errico propone la nascita di un “Patto per i Tamburi”, un programma straordinario per la riqualificazione sociale e urbana del quartiere, da presentare in sede regionale e da finanziare attraverso fondi europei e risorse strutturali: «Un patto vero, non una passerella politica. Che coinvolga Comune, Regione, Prefettura, forze dell’ordine, scuole, parrocchie, associazioni. Servono case dignitose, spazi per i bambini, corsi professionali, sostegno alle famiglie, interventi psicologici, centri di aggregazione. E serve anche un monitoraggio costante. Non possiamo più accettare che un quartiere venga lasciato morire mentre il resto della città cerca di andare avanti».

«Taranto è una città spezzata – conclude D’Errico – una parte che vive e una parte che sopravvive. E quando la criminalità spara per strada, sta dicendo a tutti noi che quella parte dimenticata non ha più nulla da perdere. Questa è la vera emergenza: chi oggi parla solo di regolamenti di conti, sbaglia. Siamo di fronte a una richiesta disperata di attenzione e la politica, se vuole essere credibile, deve ascoltarla e rispondere con fermezza e concretezza».

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