Ex Ilva, oggi Conferenza del servizi sull’Aia. A fine mese la decisione sull’Accordo di programma
E’ in corso di svolgimento, presso il ministero dell’Ambiente, la Conferenza dei servizi finalizzata a discutere il riesame-rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale, sostanzialmente le modalità di proroga concesse al siderurgico tarantino prima della decabornizzazione tanto auspicata.
Sulla proroga del ciclo integrato a carbone, ci si confronta attorno a ipotesi produttive che vedono da una parte spingere per un quantitativo di 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, proposta irricevibile per Comune e associazioni ambientaliste, le quali sarebbero disposte al massimo a concedere l’attuale quantitativo minimo possibile, quello di due milioni di tonnellate, perché il meno impattante sull’ambiente, con l’utilizzo di un solo altoforno.
Il sindaco Bitetti si è detto disponibile a valutare, e accogliere, un’Aia che preveda la produzione di 4 milioni di tonnellate, ma solo a patto di avere operativi fin da subito un forno elettrico e un Dri, l’impianto del preridotto di ferro.
Quello di come ottenere l’alimentazione a gas dei forni elettrici, così come la possibilità di installare a Taranto tre Dri, è invece il nodo della discussione attorno alla quale è stata aggiornata, per la fine del mese di luglio, la Conferenza dei Servizi, che ha visto mercoledì a Roma un confronto fra Comune, Regione, Ministero delle Imprese e Ministero dell’Ambiente.
IL Ministro Adolfo Urso ha, come noto, prospettato due possibilità, attorno alle quali però dipende anche la questione della garanzia del numero attuale di occupati del siderurgico tarantino.
La proposta A, prevede l’installazione a Taranto di 4 Dri e tre forni elettrici, alimentati da una nave rigassificatrice, capaci di garantire una produzione di sei milioni di tonnellate di acciaio all’anno.
La proposta B, in assenza dei 4 impianti per il preridotto, sarebbe capace di fare a meno della nave rigassificatrice perché l’apporto di gas da impiegare sarebbe dimezzato e basterebbe quello della rete di distribuzione, garantirebbe sempre la produzione di 6 milioni di tonnellate ma a costo di una forte decurtazione del numero di lavoratori impiegati.
L’aggiornamento della Conferenza dei servizi, chiesto e ottenuto dal Comune a fine mese, serve proprio ai tecnici del Ministero guidato da Adolfo Urso per valutare se è possibile installare i 4 impianti per il preridotto e naturalmente i 3 forni elettrici facendo ricorso al gas ma senza la nave rigassificatrice, che il Comune ha fatto sapere di non volere assolutamente accogliere nel porto, salvando così capra (una produzione di acciaio molto più pulita, in grado di abbattere le emissioni dell’80% a parità di produzione) e cavoli (tutti i posti di lavoro).
Per questo, si è discusso anche della possibilità che il gas necessario potrebbe essere garantito anche per mezzo del raddoppio del Tap, il gasdotto che collega la Grecia con Melendugno, che ha già ottenuto l’ok dalla Regione.
I tempi per compiere questo “salto evolutivo”, sarebbero comunque nell’ordine di 6-8 anni, per questo nel frattempo è necessario che l’Aia tenga in vita il siderurgico tarantino, senza però impattare ulteriormente su un contesto così tanto messo già alla prova.




