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Incendio Otranto: si pensa ad una taglia per individuare i piromani. Altro incendio nella zona oggi.

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Lo sconcerto diffuso per quanto accaduto nella giornata di mercoledì nei dintorni di Otranto, con il grave incendio che ha danneggiato 150 ettari di territorio naturale, incenerendo letteralmente 30 ettari fra pineta e macchia mediterranea nei pressi del laghetto che sorge nella cava di bauxite, uno dei luoghi più scenografici d’Italia, lascia ora il posto alla sacrosanta voglia di giustizia.

E’ per questo motivo che il presidente dell’Ente Parco Naturale Regionale Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, Michele Tenore, sta pensando seriamente di mettere una taglia sui piromani che hanno innescato il disastroso rogo: “Se l’omertà si spezza con una ricompensa – queste le sue dichiarazioni – allora la prenderemo in seria considerazione. Contro i criminali servono misure eccezionali”.

Le indagini per stabilire le responsabilità sono state affidate ai militari del Nucleo Forestale di Otranto e agli investigatori del Nipaaf di Lecce, esperti in reati ambientali e in incendi boschivi (apposito reato stabilito con l’art. 423-bis del Codice penale)

In particolare, considerando il fortissimo vento di maestrale che spirava sull’Adriatico fra mercoledì e venerdì, elemento sul quale i piromani avevano evidentemente puntato, si analizza quali potrebbero essere stati i punti d’innesco dagli stessi utilizzati per far propagare, con una forza impetuosa costituita proprio dal vento, l’incendio dal litorale verso l’interno, analizzando allo scopo anche le immagini delle telecamere presenti nella zona.

Ma un tema di polemica politica è costituito anche dalla mancanza di mezzi idonei da parte della Regione a contrastare questa autentica sciagura degli incendi, dolosi e non, che immancabilmente caratterizzano le estati. L’ente regionale aveva in effetti istituito una gara per individuare l’azienda che dovesse mettere a disposizione una flotta di velivoli antincendio che rendesse il territorio autonomo nell’affrontare questa piaga, per la quale attualmente si chiede il soccorso di un Canadair che deve partire da Lamezia Terme.

Questo mezzo è infatti stato fatto arrivare anche quest’oggi, per domare le fiamme propagatesi nella zona collinare attorno a Santa Cesarea Terme, le quali hanno anche obbligato a chiudere la provinciale che collega il Comune termale con Castro.

Ma le prime due gare, per le quali sono stati messi a disposizione 10 milioni di euro, sono andate deserte, e le trattative che ora sono condotte con chi ha finalmente risposto al bando non potranno comunque soddisfare l’esigenza per l’estate in corso. Un’estate da affrontare ancora in un clima del tutto emergenziale quindi, da questo punto di vista, sperando anche che i cretini abbiano qualcosa che possa dare un senso maggiore alle loro vite completamente prive di costrutto, per non dire altro.

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