La Natura spunta nei luoghi più inusitati

Un grande e vecchio edificio abbandonato, come ne esistono tanti nel Salento, un tabacchificio del primo Novecento a Squinzano, posto sulle strada che costeggia la linea ferroviaria Lecce-Brindisi.
Un tempo luogo di lavoro per tantissime lavoratrici, per una coltura che ora segue evidentemente ben altre vie di lavorazione. Fa effetto pensare comunque a come queste enormi fabbriche abbiano ospitato le storie quotidiane di tante persone, i loro affanni e le loro traversie per sbarcare il lunario, e come invece adesso giacciano nel silenzio e nell’immobilità più assoluti.
In questo luogo dimenticato dagli uomini, non sottoposto ad alcuna forma di riutilizzo al passo con i tempi, una presenza curiosa si è impossessata incredibilmente di un interstizio fra una pietra ed un’altra, facendosi beffe dello spazio orizzontale praticamente nullo sul quale adagiare le proprie radici,
Eppure sta crescendo sempre più grande e rigoglioso quell’albero di fico, lo avevamo adocchiato passandoci in bici già lo scorso anno ed era molto più piccolo, al punto che viene da pensare che sarebbe un vero peccato, se un malaugurato giorno, qualche amministratore dovesse accorgersi della sua esistenza e, per ragioni di sicurezza, crescendo esso a strapiombo sulla strada sottostante, dovesse ordinare a qualche operaio di tagliarlo.
Questo luogo allora tornerebbe allora un luogo completamente privo di vita, vestigia di un passato sempre più lontano nel tempo, non coinvolto in alcun progetto di recupero. Quel fico che gioca a fare l’equilibrista ha il merito di ricordarci come la Natura possa rianimare anche i luoghi più dimenticati, nella maniera più sorprendente.




