Incidente Altoforno 1. Le reazioni dei partiti.

La densa colonna di fumo nero alzatasi stamane dall’altoforno numero 1 dello stabilimento siderurgico di Taranto a seguito di un incendio, pur non avendo fatto feriti fra gli operai, ha inevitabilmente destato molta preoccupazione nella popolazione tarantina.
Secondo la nota ufficiale diramata da Acciaierie Italia, si è trattato di “un’emissione non controllata in atmosfera, causata da un’anomalia improvvisa a un elemento del sistema di raffreddamento dell’impianto.
L’anomalia ha interessato la tubiera n.11, uno dei 27 ugelli deputati all’insufflaggio di vento caldo all’interno dell’altoforno. Da questo punto si è verificata la fuoriuscita di coke, che ha raggiunto il piano delle tubiere e l’area sottostante”.
L’intervento del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco ha consentito poi di mettere l’area in sicurezza.
L’accaduto irrompe chiaramente anche sulla campagna elettorale per le Comunali di Taranto. Coincidenza ha voluto che oggi fosse a Taranto proprio il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che ha ribadito che l’intenzione del Governo è quella di andare avanti nel processo di modernizzazione dell’impianto, coniugando sicurezza e attenzione all’ambiente.
Di tono non molto diverso, in sostanza, le parole del candidato sindaco del centrosinistra, Piero Bitetti e di Francesco Tacente, candidato di una coalizione di liste civiche:
“Sappiamo bene che la transizione richiede tempo, e lo diciamo con la serietà di chi non intende illudere i cittadini con promesse irrealizzabili – è la premessa del primo – Ma il tempo non può e non deve diventare un alibi per restare immobili. Ogni giorno perso è un giorno sottratto al futuro di Taranto.
Il diritto alla salute non è negoziabile. Lo ribadiamo con forza: il Comune di Taranto sarà in prima linea, utilizzando ogni strumento previsto dalla legge, per difendere la salute pubblica e l’ambiente. La tutela del territorio non sarà più una subordinata. Interverremo con rigore, anche nel riesame dell’AIA, affinché le prescrizioni ambientali riflettano subito e concretamente l’urgenza di questo cambiamento.
Allo stesso modo, non possiamo ignorare i diritti dei lavoratori. È nostro dovere garantire che la transizione industriale non avvenga a scapito della sicurezza e del benessere dei lavoratori”.
Secondo Tacente, “Non è più tollerabile che Taranto venga lasciata in balìa di impianti obsoleti, pericolosi e inquinanti. E chiediamo sia fatta subito chiarezza. Ogni incidente, ogni nube, ogni sirena che risuona è un colpo inferto alla salute dei cittadini, all’ambiente, e al futuro di un’intera generazione.
Serve un cambio di passo deciso. Serve una visione chiara. E noi ce l’abbiamo. La decarbonizzazione non è uno slogan, è l’unica strada percorribile, insieme alla valutazione dell’impatto sanitario.
È tempo di voltare pagina con coraggio: impianti moderni, sostenibili, sicuri e compatibili con la vita e la salute. Basta soluzioni tampone, basta promesse mancate. Il futuro di Taranto passa da un’industria che rispetti le persone e il territorio. Noi non accetteremo passi indietro. Noi non permetteremo che Taranto venga ancora sacrificata.
Secondo il senatore dei 5 Stelle Mario Turco invece, che parla certamente anche a nome della candidata sindaco Annagrazia Angolano, “sin dal primo giorno del suo insediamento questo Governo ha condannato Taranto a restare quella ‘zona di sacrificio’ narrata dall’Onu. Fratin si assuma le responsabilità del dicastero che rappresenta, e da Ministro dell’Ambiente blocchi questa bomba ad orologeria chiamata ex Ilva.
D’altro canto, il Ministro Urso faccia ammenda di quanto verificatosi nell’odierna mattinata e sospenda il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Con queste prospettive come si fa ad autorizzare l’aumento della produzione a carbone da 3 a 6-8 milioni di tonnellate? I lavoratori e i cittadini di Taranto lo gridano da decenni: non si può più vivere così.
Il MoVimento 5 Stelle è l’unica forza politica che continua a schierarsi senza compromessi dalla parte di chi chiede giustizia e legalità; contro chi inquina impunemente e mette a rischio la salute di lavoratori e cittadini ogni giorno. Continueremo a farlo, in Parlamento come in Regione ed al Comune dopo le prossime Amministrative chiedendo chiusura delle fonti inquinanti, accordo di programma e riconversione dello stabilimento”.




