Scontro dei treni Andria-Corato: 38 testimoni per la verità
Il processo di secondo grado per lo scontro treni Andria-Corato è ripreso ieri mattina presso la Corte d’Appello di Bari. La tragica collisione tra due treni avvenuta il 12 luglio 2016 ha lasciato dietro di sé un bilancio pesantissimo: 23 vite spezzate e 51 persone ferite.
L’aula di tribunale è stata animata dalla richiesta della Procura generale di ascoltare 38 nuovi testimoni, un vero e proprio assedio di testimonianze che promette di scuotere le fondamenta del processo. Tra questi testimoni ci sono funzionari di polizia giudiziaria, rappresentanti della Regione Puglia e consulenti tecnici di entrambe le parti, tutti chiamati a fare chiarezza su quanto accaduto.
Nel primo grado di giudizio, il Tribunale di Trani aveva condannato il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, a 6 anni e 6 mesi, e il macchinista del treno partito da Andria e diretto a Corato, Nicola Lorizzo, a 7 anni. Entrambi erano stati ritenuti colpevoli di cooperazione in disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni personali colpose aggravate dalla mancata osservanza delle norme di sicurezza sul lavoro. Tuttavia, la Procura generale non si è accontentata e ha deciso di spingere per ulteriori indagini e testimonianze.
Marcello Catalano, sostituto procuratore generale, ha inoltre chiesto l’ammissione di una relazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2017, che in precedenza era stata esclusa dal Tribunale di Trani. Questa relazione potrebbe rivelarsi cruciale, offrendo nuove prospettive su un sistema di interscambio dei treni che è stato descritto come “obsoleto” e “fallibile”.
La difesa, naturalmente, non ha accolto con favore queste richieste e ha espresso forti obiezioni. La battaglia legale è ben lontana dall’essere conclusa, e la prossima udienza, fissata per il 12 settembre, sarà decisiva per determinare se queste nuove testimonianze saranno ammesse.
Lo scontro treni Andria-Corato non è solo un caso giudiziario, ma una ferita aperta nella comunità, un doloroso ricordo che continua a tormentare i familiari delle vittime e i sopravvissuti. Questo processo di appello potrebbe finalmente portare alla luce nuovi elementi e, si spera, avvicinarsi alla verità definitiva su quanto accaduto quel tragico giorno.
La Corte d’Appello di Bari si trova ora a dover gestire un processo complesso e carico di emozioni, con l’obiettivo di fare giustizia per le vittime e le loro famiglie. Non resta che attendere le prossime udienze per capire se le nuove prove e testimonianze riusciranno a fare la differenza.
PugliaPress
Quotidiano cartaceo e online dal 7 dicembre del 2000
redazione@pugliapress.it
direttore@pugliapress.it




