Calcio

TRA MACERIE E SPERANZE: IL TARANTO CALCIO ALLA VIGILIA DEL 2026

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Un altro anno tormentato si consegna agli archivi. Inutile rimarcare giri di enunciazioni dialettiche sine costrutto o con matrice di longa chiacchiera in una città ormai abbeverata da ogni fattore lerciumato a dovere.
Il pallone rossoblù chiude un 2025 ricco di assurdità con la fine anticipata del campionato di C (evento che in questa stagione ha già colpito Rimini) e la ripartenza, per la prima volta in quasi un secolo di storia, dall’Eccellenza regionale.

Da quasi cinquant’anni il calcio jonico, del resto, non conosce serenità: da quando Giovanni Fico cedette a Donato Carelli la maggioranza nel luglio del 1979, con propositi di grosso spessore poi diventati in un amen una bolla di sapone. Come rimarcava il grande Dino Lopane (il 31 saranno dodici anni che purtroppo non è più tra noi) nel suo libro Il Taranto di Sant’Antonio, uscito nel luglio del 1999, questa società conta un numero maggiore di presidenti che un colmo paniere di lumache. Come dargli torto?

Da Donato Carelli (in sella in due periodi) a Vito Ladisa, in 46 anni e mezzo questo sodalizio ha contato un numero di massimi dirigenti pari a quello degli appartamenti di un grattacielo. A ciò si aggiungono tre fallimenti (1985, 1993 e 2004) e una messa in liquidazione (2012), che nel gergo giuridico rappresenta l’evitazione del fallimento tramite il pagamento dei debiti pregressi ai creditori e la presentazione dei libri contabili in Tribunale.

Cinque promozioni sul campo (tre in B, una in C2 e una in C), due ripescaggi (C2 e C unica) e una ridda di polemiche un giorno sì e l’altro pure. Dalle battute sarcastiche del Cav. Luigi Pignatelli (“Asiatica, nuori, sorelli, accosciati”) alla serietà di Vito Fasano, il cui obiettivo primario era costruire un nuovo stadio e che ebbe il merito, non da poco, di portare per la prima e unica volta gli azzurri di Azeglio Vicini allo Iacovone nell’aprile 1989 contro l’Ungheria.
E ancora l’imprecisione di Carelli, spesso distratto nello scegliersi collaboratori inadatti.

Poi la Triade Ruta–Bitetti–Comegna e gli scontri con l’allora primo cittadino Giancarlo Cito per lo stadio della Salinella, con conseguente esilio a Castellaneta e annessa causa penale tra il 2000 e gli anni successivi.
Si prosegue con Ermanno Pieroni, l’uomo delle promesse mantenute solo a metà e poi eclissatosi sull’Adriatico marchigiano della sua terra d’origine, fino ad arrivare finalmente a un presidente serio come Luigi Blasi, contestato e ingiuriato dalla tifoseria per la sua poca inclinazione a spendere e oggi rimpianto più che mai.

Il resto è superfluo aggiungerlo. Ora bisogna solo resettare tutto e aspettare che il nuovo anno ripulisca queste ceneri tenebrose, per ricostruire un progetto vero.

La nuova dirigenza, che paga il dazio del noviziato della categoria e l’assenza – almeno per i prossimi otto mesi – dello stadio cittadino, che verrà riconsegnato completamente ex novo in estate per i Giochi del Mediterraneo (che finalmente arrivi quel giorno), lavora e non molla nulla.
Uscito dai quadri societari Riccardo Di Bari, ottima figura ma forse inadatto all’ambiente, si è optato per Danilo Pagni, uno che non è certo un dopolavorista qualsiasi nell’area tecnica.

Per la panchina, uscito di scena Ciro Danucci, figlio di Carosino, si è scelto un altro tarantino doc quale Gigi Panarelli, a scapito del Magister Aldo Papagni che sembrava vicinissimo a un quarto ritorno sui Due Mari (e ci scusi se riveliamo un colloquio privato).

Nove punti dalla capolista Bisceglie sono recuperabili, e ci sarà lo scontro diretto a Massafra nel ritorno.
C’è anche una Coppa Italia da vincere, per poi giocarsi tutto nella fase nazionale (chi vince sale in D).
Infine un play-off un po’ rischioso e tortuoso: due sfide regionali secche cui seguiranno quattro, se tutto va bene, contro una molisana e una campana.

Dal 4 gennaio, quindi, anno nuovo, vita nuova.
E che finalmente il vecchiume degli ultimi anni fuligginosi vada eternamente in soffitta.


GUGLIELMO DE FEIS

Francesco Leggieri

Giornalista pubblicista. Collaboratore, a vario titolo, di altre redazioni sportive di giornali, radio e televisioni nazionali. Esperto di attività Audiovisive, fotografiche e cinematografiche (diploma don Orione di Roma 1985). Presentatore televisivo e radiofonico per varie emittenti locali e di eventi anche a carattere nazionale. Scrittore. E' in uscita il suo terzo libro. Esperienza nelle attività di pubbliche relazione in ambito militare.

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