Gettò Grey nell’acqua di una fontana, il Tribunale dei minori di Bari archivia il procedimento
Ha superato positivamente il procedimento di “messa alla prova”, da lei stessa chiesto, per sanare, almeno parzialmente, il misfatto della quale si era resa protagonista nel gennaio del 2024 e che aveva fatto, sempre a casa sua (ulteriore elemento a suo carico) il giro della Rete.
Con queste motivazioni, il Tribunale dei minorenni di Bari ha giudicato chiuso il caso della sedicenne di Alberobello la cui sconsiderata azione aveva portato alla morte di un gatto di quartiere, Grey, morto alcuni giorni dopo essere stato gettato nell’acqua fredda di una fontana a casa di un calcio sferratogli dalla minorenne.
La Lav, la Lega antivivisezione e da sempre a tutela dei diritti degli animali, la cui sezione barese ha seguito da vicino il caso, ha fatto sapere che, come si conviene ai casi nei quali un minore chiede l’affidamento ai Servizi sociali per la messa alla prova, il Giudice aveva raccomandato “un serio e rigoroso percorso, della durata finale di 7 mesi, volto ad approfondire non solo la personalità della minorenne ma anche la gestione delle sue emozioni, in particolare l’empatia verso gli animali e l’educazione a tenere comportamenti legali”.
La giusta tutela prevista dall’ordinamento verso i minori autori di reato, a tutela sia della loro riservatezza sia delle loro possibilità di redimersi e di diventare essi stessi, tramite la lazione appresa, i migliori portatori di un messaggio di educazione e di rispetto verso esseri naturali tanto amati e importanti nella nostra società, non toglie nulla alla gravità del caso, che destò sgomento certo per i suoi esiti, ma anche per la consapevolezza che, alla sua base, vi fu anche una tensione ostensiva del gesto, lo stimolo a condividerlo, da parte dell’autrice, sui suoi canali social, qualcosa che spiega tanto, com’è noto, rispetto ai più svariati episodi anche di bullismo o di teppismo de quali le cronache ci raccontano, e verso i quali i giovanissimi sono certo più esposti.
