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“Taranto deve tornare centrale”: l’intervista a Francesco Cosa, candidato nella lista Per la Puglia a sostegno di Decaro

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Rappresentanza, infrastrutture, sanità, aeroporto Arlotta e sviluppo industriale: la visione concreta di Francesco Cosa per riportare Taranto dove merita.

La prima immagine che restituisce della sua città è netta: Taranto ha una forza che non sta usando. Ed è da questa consapevolezza che parte la candidatura di Francesco Cosa, assessore allo Sviluppo economico del Comune di Taranto, nella lista “Per la Puglia” a sostegno di Antonio Decaro.

«Taranto ha smesso di contare nelle scelte regionali perché non ha avuto una rappresentanza forte, radicata e determinata. Abbiamo pagato un prezzo altissimo in termini di infrastrutture, università, sanità e programmazione economica. Io mi candido per invertire questa rotta».

Cosa non parla per slogan, ma per esperienza vissuta sul campo. Per quasi vent’anni ha costruito un rapporto diretto con cittadini, imprese, artigiani e attività produttive.

«La credibilità nasce solo vivendo la città, non osservandola da lontano. Il mio impegno è sempre stato quello di portare soluzioni e non di aggiungere problemi».

Entrando nel merito, l’analisi di Cosa diventa chirurgica. «Taranto non è migliorata in questi anni. L’unica grande opera realizzata è il nuovo ospedale San Cataldo, ma per il resto siamo arretrati: la Strada Regionale 8 ridotta a due corsie, l’autostrada che finisce ancora a Massafra, l’università autonoma mai attivata. È come se la città venisse considerata un peso e non un’opportunità».

Il nodo vero, ribadisce, è politico: «Quando la città non ha voce, le priorità restano fuori dai tavoli regionali. Anche le proposte migliori, senza un sostegno forte dietro, non passano. Taranto oggi non può permettersi più debolezze».

Il suo programma si basa su alcuni capisaldi chiari.

«Il primo è ricostruire il dialogo istituzionale tra Taranto e Regione. Il rapporto si è deteriorato negli ultimi dieci anni. Va ripristinata una comunicazione stabile, con un metodo preciso e un’agenda condivisa».

«Il secondo riguarda le infrastrutture strategiche. Taranto deve essere collegata come un capoluogo e non come una periferia. Strade, connessioni, trasporti: senza infrastrutture non c’è sviluppo».

«Il terzo è dare slancio all’aeroporto Arlotta. Grottaglie può diventare un hub fondamentale per il territorio. Danneggia qualcuno? No. Porta benefici a tutti. Ma serve un’azione politica forte e coordinata, non una speranza generica».

Sul tema della sanità, Cosa è pragmatico: «Le liste d’attesa sono allo sbando. Si possono ridurre con tecniche organizzative precise. È un problema di gestione, non di impossibilità».

La parte più concreta dell’intervista è quella sulle soluzioni. E qui emerge uno stile diretto, netto, senza fronzoli.

«La manutenzione cantieristica navale è un settore immediatamente attivabile. Collegandolo ai percorsi formativi, può generare fino a millecinquecento posti di lavoro. Non sono chiacchiere: è un piano che esiste già, che va solo implementato».

Sul futuro dell’ex Ilva, Cosa non gira intorno alle parole: «Il Governo deve assumersi la responsabilità della decisione. La Regione deve stare al fianco di Taranto, non limitarsi a osservare. La città non può più vivere nell’incertezza».

Per chiudere, rivolge un messaggio diretto ai tarantini: «Io ci metto la faccia, come ho sempre fatto. Taranto deve tornare centrale. Non posso promettere miracoli, ma posso garantire lavoro, metodo, presenza e determinazione. È il momento di far valere la nostra voce».

Redazione Pugliapress

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