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Ancora nel mirino la giudice Mariano: trovata testa di capretto insanguinata sulla tomba del padre

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In occasione delle giornate dedicate al ricordo dei defunti c’è da registrare un nuovo, e ancora più macabro, episodio d’intimidazione ai danni del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano.

Recatasi nel cimitero di Galatina per far visita alla tomba del padre, la giudice si è accorta che sulla stessa era stata poggiata la testa di un capretto insanguinata in stato già di decomposizione, infilzata per di più da un coltello, accompagnata da un messaggio intimidatorio.

La lugubre messa in scena rimanda direttamente a quanto la professionista ebbe modo di sperimentare già nel febbraio del 2024, quando una testa mozzata di un altro esemplare, sempre infilzata da un coltello, fu posta davanti alla porta della sua abitazione. Nel frattempo, ad aggravare la condotta minatoria e persecutoria, lettere anonime della stessa natura inviate a casa o ritrovate nell’aula del Tribunale.

L’insieme di tali incresciosi episodi, avevano determinato già, a partire dal settembre 2024, per la giudice Mariano, così come per la pm della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Carmen Ruggero, l’assegnazione di una scorta.

A metterle nel mirino erano state soprattutto le indagini che le due magistrate avevano svolto nell’ambito dell’operazione denominata “The wolf”, che lo scorso mese di marzo è giunta a sentenza di primo grado comminando pene per 22 persone accusate a vario titolo dei delitti di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra, violenza privata, lesioni personali, estorsione, ricettazione, danneggiamento seguito da incendio ed autoriciclaggio, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Su quanto accaduto nel cimitero comunale di Galatina indagano ovviamente gli agenti del locale commissariato.

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