Cinghiali e parrocchetti devastano le colture a Bari e nella BAT
Cinghiali e parrocchetti monaci continuano a causare gravi danni alle colture agricole nell’area metropolitana di Bari e nella provincia di Barletta-Andria-Trani. La denuncia arriva da CIA Levante, che segnala milioni di euro di perdite per gli agricoltori e chiede l’attivazione immediata di piani di contenimento.
Danni alle colture causati da parrocchetti e cinghiali
Secondo CIA Levante, le colture di ciliegie, fichi, mandorle, uva e melagrane sono ormai compromesse dall’azione dei parrocchetti monaci, una specie che si è insediata stabilmente nel territorio pugliese. Gli agricoltori lamentano la mancanza di misure efficaci, mentre i procedimenti burocratici per i risarcimenti risultano lenti e spesso inefficaci.

“Occorre intervenire con urgenza – ha dichiarato Giuseppe De Noia, presidente di CIA Levante – adottando piani strutturali di contenimento e azioni mirate sui nidi, come già avvenuto in altri Paesi europei”.
Emergenza cinghiali nell’Alta Murgia
Parallelamente, la presenza dei cinghiali nel Parco dell’Alta Murgia rappresenta un ulteriore problema per le coltivazioni e la sicurezza. Nonostante l’esistenza di un disciplinare regionale per il controllo numerico, le attività di monitoraggio e gestione non sono ancora operative.
“La formazione del personale e l’avvio della filiera della carne di cinghiale potrebbero dare risposte concrete sia agli agricoltori sia all’economia locale”, ha spiegato De Noia. I branchi, oltre a devastare le colture, aumentano il rischio di incidenti stradali e pongono anche una minaccia sanitaria per la diffusione della peste suina africana.
Le richieste degli agricoltori
CIA Levante chiede alle istituzioni locali e nazionali l’attivazione immediata dei piani di contenimento, sottolineando come l’immobilismo rischi di aggravare una situazione già critica. L’associazione sollecita inoltre tempi più rapidi nelle procedure di risarcimento e un maggiore coordinamento tra enti preposti alla gestione faunistica.
“Chiediamo interventi immediati per tutelare le aziende agricole del territorio – conclude De Noia – perché senza azioni concrete il danno rischia di diventare irreversibile”.
La situazione rimane quindi in attesa di provvedimenti risolutivi. Nei prossimi mesi saranno decisive le decisioni delle istituzioni competenti per salvaguardare le colture della Puglia e garantire un equilibrio sostenibile nella gestione della fauna selvatica.
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