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Apicoltura in Puglia: al via gli aiuti regionali per 32mila alveari

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Apicoltura in Puglia, nuovo impulso al settore con l’approvazione del bando regionale che stanzia aiuti per sostenere i 32mila alveari e i 13mila sciami presenti sul territorio. Le domande vanno presentate sul portale Sian entro il 28 novembre 2025; il bando, finanziato dal MASAF, assegna alla Regione Puglia 248.159,94 euro per l’anno 2026, con misure a tutela delle api e del miele Made in Italy.

Apicoltura in Puglia: misure previste e sostegni al settore

Il bando sostiene interventi mirati a rafforzare gli allevamenti e la gestione degli apiari in un contesto segnato da cambiamenti climatici, tropicalizzazione e siccità cronica. Sono finanziabili:

  • Alimentazione di soccorso per gli alveari in condizioni di stress;
  • Acquisto di regine certificate di razza italiana e nuove arnie;
  • Attrezzature e mezzi per una transumanza più razionale;
  • Strumentazioni per conduzione dell’apiario, lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti;
  • Assistenza tecnica, consulenza, corsi di aggiornamento, seminari e convegni, materiali didattici e promozionali;
  • Lotta alle malattie dell’alveare, in particolare alla varroasi;
  • Azioni di informazione e promozione per aumentare la sensibilità dei consumatori verso le produzioni apistiche regionali.

Le misure sono rese note in relazione all’approvazione del bando regionale per gli interventi nel settore dell’apicoltura, con l’obiettivo di sostenere gli operatori e rafforzare l’intera filiera.

Api, biodiversità e mercato: perché il bando è strategico

Le api svolgono un ruolo cruciale per l’ecosistema: una quota rilevante delle specie vegetali e delle colture agrarie dipende, in tutto o in parte, dall’impollinazione animale. In Puglia operano 1.070 aziende apistiche che producono numerose tipologie di miele, dagli agrumi al rosmarino, dal timo al fiordaliso, fino a eucalipto, coriandolo, trifoglio, sulla e millefiori, con una presenza crescente di giovani e donne alla guida delle imprese.

La competitività del miele nazionale è messa alla prova anche dalle importazioni a basso costo. Le verifiche europee hanno segnalato non conformità in una quota significativa di campioni importati, in alcuni casi adulterati con sciroppi zuccherini o additivi. Per i consumatori, un criterio fondamentale resta la lettura attenta dell’etichetta d’origine.

Etichetta e origine: come riconoscere il miele italiano

Nel miele raccolto interamente sul territorio nazionale, la parola Italia deve comparire in etichetta (miele italiano). Per prodotti provenienti da più Paesi dell’Unione, l’etichetta deve riportare “miscela di mieli originari della Ue”, indicando i singoli Paesi. Se il prodotto arriva da Paesi extra Ue, deve comparire “miscela di mieli non originari della Ue”, mentre per i mix va riportata la dicitura “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, indicando comunque i Paesi.

Per sostenere l’apicoltura in Puglia e la biodiversità, è consigliabile acquistare direttamente presso aziende agricole, agriturismi o nei mercati di vendita diretta, privilegiando il miele Made in Italy e verificando sempre la provenienza.

Prossime scadenze e informazioni utili

Le domande di aiuto vanno presentate entro il 28 novembre 2025 tramite il portale Sian. Le risorse, pari a 248.159,94 euro per l’anno 2026, sono finalizzate a interventi strutturali e formativi per il comparto. Ulteriori aggiornamenti operativi saranno forniti con l’avanzamento delle procedure amministrative regionali.

Nota redazionale: i dati riportati derivano dal comunicato relativo all’approvazione del bando regionale e dalle analisi ufficiali sul ruolo dell’impollinazione e sulle norme di etichettatura in materia di miele.

Redazione Pugliapress

PugliaPress Quotidiano cartaceo e online dal 7 dicembre del 2000 redazione@pugliapress.it direttore@pugliapress.it

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