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La CGIL di Taranto denuncia condizioni schiavistiche per gli stagionali e lancia il “Van dei diritti”

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Non che suoni come una notizia sorprendente, poiché è risaputo che il settore del terziario nell’ambito del turismo/ristorazione, specialmente nella stagione estiva, sia ovunque una vera e propria giungla nella quale il lavoro assume la forma di un ripiego estremamente severo nel rapporto fra fatica richiesta e gratificazione economica.

Tanti lavoratori, davanti alla prospettiva di restare del tutto a spasso, accettano insomma di ingurgitare la “solita minestra”. E questo vale specialmente nel Meridione, dove ben più che nel centro-nord si vive la dimensione di un sistema economico schiacciato sull’economia dei servizi, quindi tendenzialmente precaria.

C’e questa consapevolezza, innanzitutto, alla base dell’iniziativa della CGIL di organizzare il “Van dei diritti”, un appuntamento che a Taranto farà tappa lunedì 8 settembre, alle ore 18.00, in Piazza Municipio, proprio sotto le colonne dell’antico tempio dorico a Taranto, prima tappa del tour pugliese.

Il Van dei Diritti si propone infatti come un’iniziativa itinerante finalizzata a incontrare le lavoratrici e i lavoratori del turismo, al fine di informarli sui loro diritti contrattuali ma anche per raccogliere testimonianze reali di chi ogni giorno sostiene con il proprio lavoro uno dei settori chiave dell’economia regionale.

Risulta così emblematico il caso di Franco (nome di fantasia, anche se lui è un ragazzo in carne e ossa che si è rivolto alla FILCAMS per avere giustizia): cameriere in un ristorante pizzeria del centro di Taranto. Lì dentro Franco ci ha passato solo 10 giorni.

Chiedevo il contratto e non me lo facevano vedere – dice Franco – Chiedevo i turni, ma rimanevo a lavorare dalle 18 fino all’una e mezza o le due, perché apparecchiavo, pulivo, portavo le bevande e i piatti dalla cucina ai tavoli, spazzavo a terra a fine turno, ripulivo i tavoli e asciugavo e ordinavo le posate. Mi avevano promesso un contratto di 3 ore al giorno per circa 800 euro al mese. Ma non è stato così.

Dopo 10 giorni Franco ha dato retta alla sua dignità ed è andato via, liquidato con 195 euro. 19 euro e 50 al giorno meno di 3 euro l’ora – riporta Daniele Simon, neo segretario generale della FILCAMS CGIL di Taranto – Ecco quanto sono valsi i suoi 10 giorni da schiavo nel settore della ristrorazione.

Ma alla FILCAMS si sono rivolti anche bagnini con la pelle mangiata dal sole o animatori costretti a dormire in stanze senza finestre in pieno agosto e la storia di Franco è significativa anche della condizione di sottosviluppo del settore a Taranto.

I dati sono da vergogna – dichiara Simon – in Puglia come nel resto del Paese, chi lavora nel turismo guadagna in media 60 euro lordi al giorno, contro una media generale di 96 euro nell’economia italiana. L’iniziativa è simbolica ma prova anche a lanciare un segnale chiaro – afferma Simon – se il settore non si organizza come un vero asset strategico e produttivo, fatto anche di diritti contrattuali, rimane il folklore di una Taranto stereotipata, con mille bellezze ancora tutte da scoprire, di cui ci vantiamo sui social, ma senza una vera e propria ricaduta economica, occupazionale, culturale e sociale.

In occasione di ogni tappa dell’iniziativa, saranno fornite informazioni chiare e utili sui diritti nel settore del turismo, particolare per chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro o per chi, stagione dopo stagione, si trova a dover affrontare situazioni lavorative caratterizzate da contratti incerti e condizioni spesso poco tutelanti.

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