A Vieste annullata la “notte bianca” per il decesso di una donna privata dell’elisoccorso

L’Amministrazione comunale di Vieste ha deciso di annullare la “notte bianca”, che avrebbe dovuto tenersi questa sera, come gesto di vicinanza e di solidarietà verso i familiari di una donna, in vacanza presso la rinomata località garganica, venuta a mancare lo scorso 30 agosto a causa di un malore di tipo cardiaco.
Il gesto rappresenta in realtà un duro e formale atto di protesta da parte dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Giuseppe Nobiletti per le carenze assistenziali che il caso ha permesso di evidenziare. La donna infatti si era recata presso il Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino in preda a dei dolori che denunciavano l’evidente sopraggiungere di un malanno cardiaco.
In quella circostanza, tuttavia, pur essendo sottoposta ad alcuni accertamenti clinici di base, non era stata presa in consegna da alcun medico, a causa dell’assenza per malattia di quella che era, evidentemente, la sola dottoressa di turno nel Pronto soccorso. E già questo fatto denuncia una pecca gravissima nel servizio assistenziale. Accadeva contestualmente, tuttavia, che non fosse possibile fare ricorso, per una questione forse solo burocratica, attivare il ricorso d’urgenza all’elisoccorso, in quanto il codice col quale la donna era stata ammessa in ospedale era “solo” arancione, e non rosso.
Su questo, e su altri aspetti della drammatica vicenda, cercherà di fare luce la magistratura, ha spiegato oggi in una conferenza stampa il Direttore generale dell’ASL foggiana, Antonio Nigri.
Visto l’aggravarsi delle condizioni della madre, era stata allora la figlia a cercare di compiere un’azione di salvataggio disperata, provando ad accompagnare la madre con la sua auto presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, località non certo vicina da raggiungere da Vieste, vista la situazione di assoluta emergenza.
E purtroppo è accaduto che sua madre sia spirata durante il tragitto presso Baia delle Zagare. A nulla è valsa una nuova chiamata al 118, l’arrivo di due ambulanze. E qui ci chiediamo: non poteva essere almeno un’ambulanza, provvista possibilmente di personale medico, a trasportare la paziente verso San Giovanni Rotondo.
Una vicenda purtroppo questa paradigmatica dei disservizi e delle carenze nei quali si dipana la sanità in questa Regione, dalla carenza di medici alla carenza nei trasporti d’emergenza.
“Ci era stato garantito dalla Regione l’elisoccorso anche per i codici arancioni. Promesse disattese. La realtà è che, davanti a una emergenza, la risposta è stata chiara: “Portatela voi”. Questa è l’ennesima prova di un sistema sanitario che fallisce e abbandona i cittadini”, ha commentato il sindaco di Vieste.
Questa morte – ha continuato, giustificando la decisione di cancellare la serata festiva – è l’ennesima ferita inflitta a un territorio che da troppo tempo denuncia le gravi carenze della sanità pubblica. Oggi Vieste si ferma: per rispetto, per dolore, ma anche per gridare con forza che la misura è colma. Non vogliamo promesse, pretendiamo risposte concrete. Il diritto alla salute non è un favore, è un dovere dello Stato verso i cittadini.”




