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La mobilitazione di amministratori e cittadini della Capitanata in difesa della pubblica sicurezza

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La provincia di Foggia in queste settimane si sta distinguendo purtroppo per gravi e ripetuti episodi che riguardano l’ordine pubblico e la sicurezza, tanto nel Capoluogo di provincia quanto nel vastissimo territorio della stessa.

Qualche giorno fa nelle campagne di Borgo Mezzanone, a pochi chilometri da Foggia, territorio del Comune di Manfredonia, è stato ritrovato morto, alcuni giorni dopo la sua scomparsa, un ragazzo di 28 anni, Faik Iesenovski, originario della Macedonia. E’ di oggi la conferma, derivante dall’esame autoptico cui il giovane è stato sottoposto, che a causare la morte è stato un colpo di arma da fuoco alla nuca, sparatogli dopo che egli era stato prelevato e portato via, malmenato prima di essere ucciso.

«Borgo Mezzanone è conosciuta a livello nazionale per l’insediamento informale su cui attendiamo che il Governo ci faccia capire quando e se vuole superare il problema. Si tratta di una borgata che conta circa 600-700 famiglie di Manfredonia e un centinaio di persone che hanno occupato abitazioni senza titolo: la situazione va affrontata con decisione», ha dichiarato il sindaco di Manfredonia, Domenico La Marca, Comune del quale Borgo Mezzanone costituisce frazione

«La criminalità non ha colore, é un cancro che va estirpato. Per questo chiedo ancora una volta la presenza di più uomini e donne delle forze dell’ordine; di un presidio fisso in una borgata. È questo quello di cui abbiamo bisogno, di una presenza costante. Noi come amministrazione, stiamo lavorando con interventi sociali per favorire l’accesso ai servizi e ai diritti di tutta la nostra comunità. Abbiamo fiducia sul lavoro degli inquirenti per individuare i colpevoli, ma adesso non possiamo aspettare altri morti ed episodi. La nostra comunità ha bisogno di serenità», ha concluso La Marca.

Passando a Foggia, negli ultimi giorni il quartiere Ferrovia di Foggia è tornato al centro delle cronache nazionali per episodi gravissimi: un uomo armato di una mazza di ferro che ha seminato il panico tra viale XXIV Maggio e la villa comunale, un tentativo di rapina a un ragazzino della sua bici elettrica fermato solo dall’intervento dei residenti, rapporti sessuali a cielo aperto davanti alla stazione, cittadini inferociti che hanno reagito con episodi di giustizia fai da te. Scene che hanno fatto il giro d’Italia, mostrando un quartiere fuori controllo e gettando discredito sull’intera città.

Le immagini di linciaggi evitati per un soffio e la rabbia di una folla esasperata hanno evidenziato una realtà che non può più essere ignorata. La conseguenza più grave non è solo il danno d’immagine ma la percezione, ormai diffusa, di vivere in una zona lasciata a se stessa.

Da qui nasce la proposta del comitato “Difendiamo il Quartiere Ferrovia”: la creazione di un gruppo WhatsApp dal titolo eloquente, “Difendiamo il Quartiere Ferrovia – Filo diretto”. Un canale di comunicazione immediato, pensato per unire residenti, istituzioni, opposizione, forze dell’ordine e stampa in un circuito di segnalazione, azione e trasparenza.

L’idea è che nel gruppo siano presenti rappresentanti dei residenti del quartiere Ferrovia per segnalare problemi e situazioni di degrado; rappresentanti del governo locale per ricevere le segnalazioni e coordinare gli uffici; membri della polizia locale, delle forze dell’ordine o della prefettura per intervenire in tempo reale; esponenti dell’opposizione per vigilare e garantire equilibrio politico; oltre a giornalisti locali con il compito di raccontare pubblicamente cosa accade e verificare se le promesse trovano riscontro nei fatti. Nessun limite rigido: l’obiettivo non è la forma ma la sostanza, cioè creare un luogo virtuale dove la voce dei cittadini non si perda nei rimpalli burocratici.

I benefici sarebbero evidenti: tempi di intervento più rapidi, maggiore prevenzione delle situazioni di pericolo, trasparenza nell’operato delle istituzioni, un forte effetto deterrente verso chi delinque e, soprattutto, la ricostruzione della fiducia dei cittadini verso chi governa la città.

La proposta arriva in un momento in cui la fiducia tra cittadini e politica appare al minimo storico. Troppi episodi di “giustizia fai da te” hanno dimostrato che l’esasperazione rischia di trasformarsi in pericolo concreto. Un canale diretto come questo, con la garanzia della presenza contemporanea di residenti, amministratori, opposizione, forze dell’ordine e stampa, potrebbe servire ad abbassare la tensione e a restituire ai cittadini la certezza che le istituzioni ci sono e rispondono con i fatti.

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