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Regionali: De Caro sfida direttamente Emiliano e Vendola

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La sfida per le Regionali pugliesi del 2025 continua a essere un affare tutto interno al centrosinistra, quasi come se non vi fossero avversari politici. Ed in parte è effettivamente così.

Antonio De Caro, con il post pubblicato ieri sul proprio profilo facebook, ha per la prima volta esplicitamente chiarito due cose: la prima è che la sua disponibilità a essere candidato della coalizione progressista c’è. La seconda è che l’ostacolo alla sua corsa è rappresentato dall’intenzione di correre per la carica di consigliere da parte degli ultimi due presidenti di Regione: quello uscente, Michele Emiliano, e quello in carica dal 2005 al 2025, Nicki Vendola.

Questa cosa rinforza ancora di più l’impressione fondamentale sulla questione, e cioè che più che delle elezioni sembra di assistere ad un torneo dei rioni, ad una sfida fratricida, interna ad un solo schieramento, che sembra essere sicuro di continuare a governare in ogni caso la Puglia, facendo diventare il ventennio di potere incontrastato un virtuale trentennio.

“oggi sento il dovere di parlare ai cittadini pugliesi, ai sindaci, ai militanti e agli amici che mi chiedono: “Antonio, che hai deciso?”. Io non devo decidere nulla.

Io sono pronto a candidarmi alla presidenza della Regione Puglia. A Michele Emiliano e a Nichi Vendola mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego.

Ma io voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà.

Non è una questione personale. È una questione politica, nel segno del rinnovamento. Questo ho chiesto”.

Con queste parole, De Caro sfida i suoi virtuali predecessori a fare un passo indietro, come senso di responsabilità verso la coalizione di cui tutti e tre assieme fanno parte, col sottinteso che l’eventuale sua rinuncia a tornare in Puglia sarà dipesa soltanto dalla mancata collaborazione di Vendola e Emiliano, manifestando un’evidente rifiuto verso la prospettiva di governare finendo ostaggio dei veti incrociati o del puntiglio di due personalità tanto imponenti. Altrimenti continuerò a fare il mio lavoro in Europa, ha aggiunto.

La sua uscita di ieri, forte anche di quella che è la posizione che sulla vicenda hanno il PD nazionale ed Elly Schlein, se potrebbe avere qualche speranza di fare breccia nella volontà più volte ribadita di Michele Emiliano di candidarsi (“è un mio diritto”, ha affermato in un’intervista di questa settimana al Corriere) non ne ha praticamente nessuna su quella di Nicki Vendola, che è la figura di riferimento di un partito diverso dal PD, Alleanza Verdi-Sinistra.

Nello schieramento di centrodestra, dove il solo nome che si continua a fare ufficialmente è quello del Deputato brindisino di Forza Italia, Mauro D’Attis, e dove invece di guadagnare tempo prezioso sugli avversari litigiosi non si è riusciti ancora a costruire una candidatura forte, ci sarebbe in realtà un solo nome in grado di galvanizzare l’elettorato, ed anche di attrarre parte delle persone che diversamente non andrebbero a votare, ed è quello del sindaco di Nardò, Pippi Mellone, della cui amicizia Michele Emiliano, fra l’altro, è spesso stato rimproverato. Mellone è dotato infatti della capacità di dialogare direttamente con le persone, e su questo, oltre che sul suo attaccamento ai valori tradizionali della destra, ha costruito la sua per altro ancora giovanissima fortuna politica.

La speranza infatti è che, quale che sia il modo col quale finirà questa diatriba interna alla coalizione di centrosinistra, è che si possa assistere ad un vero duello elettorale, e non a delle elezioni “addomesticate”, delle quali si conosce l’esito ancor prima che esse si svolgano.

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