Siccità in Puglia: al via la raccolta del pomodoro, produzione -20%
E’ partita in Puglia la raccolta del pomodoro da salsa, ma l’avvio della campagna 2025 si colloca sotto il segno della crisi. Nella provincia di Foggia, principale area vocata alla coltivazione del pomodoro da industria, la produzione ha già subito un taglio del 20% a causa della siccità prolungata che sta mettendo in ginocchio le imprese agricole.
Siccità e costi alti aggravano la crisi del pomodoro in Puglia
Secondo quanto denunciato da Coldiretti Puglia, la raccolta del pomodoro da industria è iniziata tra grandi difficoltà. La scarsità d’acqua ha costretto molte aziende agricole a rinunciare alla coltivazione su interi ettari di terreno, concentrando le risorse residue solo su una parte della produzione.
A questo si aggiungono l’incremento dei costi energetici e delle materie prime, che ha fatto salire i costi di produzione del 30% rispetto alla media storica. La situazione è ulteriormente aggravata dal gap infrastrutturale, con trasporti logistici inefficienti che influiscono negativamente sulla competitività del comparto.
“La situazione è critica per le difficoltà oggettive di portare avanti la produzione senza acqua”, ha dichiarato il presidente di Coldiretti Foggia, Mario De Matteo. “Il pomodoro viene pagato agli agricoltori tra i 15 e i 16 centesimi al chilo, ma le fatture sono state congelate in attesa dell’evoluzione delle prossime settimane, con le dighe ormai quasi vuote”.
Pomodoro pugliese sotto la pressione dell’import cinese
La Puglia rappresenta il principale polo del pomodoro da salsa nel Mezzogiorno, con circa 18mila ettari coltivati, di cui l’84% localizzati nella provincia di Foggia. Quest’ultima è leader nazionale nel comparto, con 3.500 produttori e una produzione media di 20 milioni di quintali, pari quasi al 19% del totale nazionale.
Tuttavia, la concorrenza internazionale mette ulteriore pressione al settore. L’aumento della produzione cinese di pomodoro da industria, a fronte di consumi interni molto bassi (circa 1 kg pro-capite all’anno), ha determinato una sovrabbondanza di offerta a livello globale.
Il fenomeno dell’importazione di derivati del pomodoro dalla Cina, ormai diffuso in tutta Europa, incide negativamente sui prezzi riconosciuti agli agricoltori italiani, già duramente colpiti dai cambiamenti climatici.
Secondo Coldiretti e Filiera Italia, oggi per una bottiglia di passata da 700 ml venduta a circa 1,6 euro, solo il 9,4% del valore va agli agricoltori, mentre il resto è assorbito da distribuzione, industria, packaging, trasporto e pubblicità.
Una proposta di legge per tutelare la filiera nazionale
Per fronteggiare la crisi, Coldiretti ha rilanciato la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare presentata al Brennero, che chiede l’etichettatura d’origine obbligatoria dei derivati del pomodoro e la tutela della reciprocità delle norme sanitarie e sociali nell’import.
È possibile aderire alla proposta in tutti i mercati contadini di Campagna Amica, nelle sedi territoriali di Coldiretti, oppure online attraverso il sito ufficiale dell’iniziativa europea dei cittadini: https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home
Gli agricoltori pugliesi attendono ora sviluppi urgenti, in un contesto reso ancor più instabile dall’allarme per il raggiungimento del “volume morto” della diga di Occhito, che potrebbe compromettere del tutto le irrigazioni nei prossimi giorni.
PugliaPress
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