Emergenza acqua: sì alla condotta Molise-Puglia, gli agricoltori lucani invece non ci stanno

Sono stati e saranno giorni importanti i prossimi sul fronte dell’emergenza idrica che sta vivendo la Puglia. Da una parte, una buona notizia, il Governo Meloni ha detto sì allo stanziamento di 190 milioni di euro, inserito nel decreto “infrastrutture, volti a realizzare una condotta che unirà la diga di Ponte Liscione, in Molise, con quella di Occhito, in provincia di Foggia.
Dall’altra, sul versante sud-occidentale della Regione, pur in presenza di un accordo fra gli enti regionali di Basilicata e Puglia volto a tenere in piedi la cessione di parte dell’acqua contenuta negli invasi lucani verso quelli pugliesi, c’è da tenere in considerazione la fortissima contrarietà manifestata dagli agricoltori della Basilicata, i quali fanno presente la penuria d’acqua nella quale essi stessi al momento si dibattono.
In merito alla prima questione, c’è da sottolineare innanzitutto come l’acqua che attraverserà i confini regionali fra Molise e Puglia, fra i 50 e i 70 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, è acqua che diversamente il Molise continuerebbe a gettare in mare perché in eccesso rispetto alle proprie necessità, ed è quindi sacrosanto che, davanti ad uno spreco di tale portata, si sia trovato modo di stabilire un accordo che è partito prima fra le presidenze delle due Regioni, e che è poi sfociato in una richiesta formale da parte del governatore pugliese Michele Emiliano verso il Primo ministro Giorgia Meloni, di sostenere quindi finanziariamente la costruzione di un’opera indispensabile per sostenere l’agricoltura della parte centro settentrionale della Puglia.
Esultano i rappresentanti regionali di Fratelli d’Italia, che intestano parte del merito per l’approvazione del decreto all’impegno della Senatrice foggiana del loro partito Anna Maria Fallucchi: “Qualcuno dovrebbe non solo ringraziare il Governo Meloni, ma anche chiedere scusa per l’inerzia ventennale che ha assetato la Capitanata e prodotto danni inestimabili alla sia agricoltura”.
Inizio dei lavori previsto per il mese di settembre di quest’anno.
Per quanto riguarda invece la questione dell’acqua che proviene dalla Basilicata, la questione è certamente più delicata non avendo questa Regione, a differenza del Molise, acqua in eccesso. Certamente non la stessa di cui dispone il Molise.
Le cronache recenti parlano infatti di come l’agricoltura lucana stia attraversando uno stato di sofferenza non dissimile da quello pugliese: le precipitazioni che interessano Puglia e Basilicata sono pressoché le stesse, le riserve d’acqua di cui dispone una regione di vera montagna come il Molise sono poi indubbiamente superiori a quelle delle due regioni vicine.
Nasce da qui un fortissimo malcontento che attraversa gli agricoltori della piana di Metaponto, i quali hanno intenzione proprio domattina, quando vi sarà un Tavolo tecnico teso a discutere le compensazioni idriche che, pur retribuite, la Basilicata cede solidaristicamente alla Puglia, di protestare sotto la sede del loro ente regionale, a Potenza.
Il coordinamento degli agricoltori fa sapere che la risorsa agricola è quella che fa andare avanti tutta la zona meridionale della Regione. “Noi chiediamo che gli accordi con la Puglia siano ritirati. Vogliamo l’acqua nel Metapontino. Alcune piantagioni che hanno bisogno di tantissima acqua, come i pomodori, le angurie e i meloni, sono state abbandonate. Basta farsi in giro nei campi per capire che le quote non sono state rispettate, inoltre l’acqua arriva senza pressione. Non si può affermare che diamo ad un’altra regione il surplus di 40 milioni di metri cubi d’acqua quando il risparmio è avvenuto a discapito delle aziende agricole del Metapontino”.
La contrarietà manifestata dagli agricoltori lucani, che fanno presente come siano a rischio pure le colture autunnali ed invernali, è insomma tutt’altro che campata in aria.




