Lecce e provinciascuola

Se il diploma diventa un momento da dimenticare…

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L’anno scolastico da poco concluso, o meglio, la Maturità dell’anno scolastico 2024-2025, passerà alla storia come quella nella quale fu messo in discussione alla radice il passaggio ineludibile tramite il quale i diplomati di tutte le generazioni sono passati, quello del colloquio finale davanti alla commissione.

Sta facendo discutere il caso di alcuni maturandi di scuole superiori del nord Italia i quali, già matematicamente sicuri di avere in tasca il diploma, se così si può dire, hanno volutamente rinunciato a passare dalle “Forche Caudine” della terza prova, del colloquio orale, rinunciando ovviamente anche ad avere un punteggio elevato.

Il Ministro Valditara ha prontamente fatto presente che è allo studio un decreto che fisserà come inderogabile la presenza dell’alunno/a, e la sua partecipazione attiva, al colloquio orale, pena la bocciatura.

Ma è diventato un caso di portata nazionale anche quanto accaduto nel corso degli orali della Maturità tenutasi presso il Liceo Classico “Galileo Galilei” di Nardò, al termine della quale una studentessa, Marina Duca, ha preso carta e penna per scrivere una lettera di profondo biasimo nei confronti della Presidente della commissione esaminatrice, la preside del “Salvemini” di Alessano, Chiara Vantaggiato, per stigmatizzarne profondamente il trattamento ricevuto nel corso dell’esame orale.

Nella lettera, rintracciabile su varie testate, di ricostruisce quello che secondo la studentessa è stato l’andamento del colloquio, con riferimenti precisi a domande giudicate “capziose, vaghe e inopportune”, che la Presidente ha posto all’alunna, dopo una parte iniziale nel quale ella aveva brillantemente risposto alle domande degli altri membri della commissione, rovinando la prova, esautorando completamente il ruolo degli altri membri, ed esibendosi anche in giudizi che mostravano sufficienza nei confronti della preparazione dell’esaminanda.

Marina Duca, che è stata licenziata con un lusinghiero 98, fa anche riferimento alla totale assenza di empatia mostrata dalla Presidente Vantaggiato, in un momento tanto importante nel quale un’alunna avrebbe bisogno di essere tranquillizzata, specificando inoltre di non averla scritta per una delusione relativa al voto conseguito, ma perché la Presidente le ha rovinato un momento irripetibile della vita di una persona.

La lettera che l’alunna ha pubblicato è peraltro firmata da alcuni suoi compagni di classe, anch’essi a quanto pare intenzionati a chiedere l’accesso agli atti, poiché sentitisi penalizzati dall’atteggiamento avuto dalla Presidente Vantaggiato, la quale ha replicato di cadere dalle nuvole rispetto alle accuse mossele, di aver condiviso giudizi e valutazioni con assoluta serenità con tutti i membri della commissione d’esame.

Passando alle considerazioni, ci pare del tutto opportuna l’iniziativa del Ministro, poiché decidere deliberatamente di non voler affrontare la prova conclusiva della Maturità, significa ammettere, innanzitutto, di non essere minimamente maturi: la scuola serve, innanzitutto, a prendere le misure con le sfide e le difficoltà che pone la vita, e rinunciare ad affrontare una prova dell’esame che conclude il ciclo d’istruzione fondamentale, preludio all’ingresso nella vita lavorativa o agli studi universitari, in generale alla vita adulta, significa non avere le carte in regola per farlo, indipendentemente che lo si faccia per insicurezza, paura, supponenza o arroganza.

Il caso di Nardò è invece fisiologico, nel senso che se un’alunna o più alunni riscontrano un trattamento inopportuno da parte della commissione o di un suo membro specifico, è legittimo che mettano in risalto pubblicamente il loro malcontento. E’ vero che si discute spesso di come la figura dell’insegnante, di generazione in generazione, sia sottoposta progressivamente sempre più ad uno sminuimento del suo valore, quando non, in casi purtroppo noti alle cronache, ad un’aperta denigrazione, che ne ha messo in crisi il tradizionale prestigio, ma il caso in questione non rientra in quella casistica, e neppure in quella di chi snobbi l’orale della maturità.

Siamo invece in presenza di una studentessa con un ottimo profitto, che legittimamente manifesta una profonda insoddisfazione proporzionale, evidentemente, all’importanza che ella attribuiva a quel momento della sua vita. E già questo, la voglia di capire il perché, ne dimostra in definitiva la maturità.

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