La Polizia a Putignano impone la rimozione della bandiera palestinese per il passaggio del Giro.

Sembrerebbe una barzelletta ed invece è accaduto veramente.
Ieri, in occasione del passaggio del Giro d’Italia da Putignano, a pochi km dalla partenza della quarta tappa Alberobello-Lecce, degli ufficiali di Polizia hanno citofonato agli inquilini di una palazzina chiedendo di salire per ottenere la rimozione di una bandiera della Palestina appesa al balcone.
A raccontare l’accaduto, tramite un post su facebook, la giovane donna coinvolta direttamente, spiegando che la richiesta sarebbe stata fatta a causa del fatto che il balcone sarebbe stato ripreso dalle telecamere delle televisioni in virtù del passaggio della Corsa Rosa.
“Oggi la polizia è salita a casa nostra per chiederci di rimuovere la bandiera della Palestina esposta sul nostro balcone privato. -così inizia il messaggio – Non stavamo disturbando nessuno. Non stavamo violando alcuna legge. Stavamo semplicemente esercitando il nostro diritto di espressione in uno spazio che ci appartiene”
Il post prosegue mostrando una del tutto condivisibile preoccupazione, dettata dall’incapacità di comprendere la ratio di un provvedimento che, oltre a limitare le norme più basilari del diritto d’espressione, lo fa in merito ad una causa che rappresenta uno sterminio inaudito che si sta compiendo sotto ai nostri occhi:
“Ci chiediamo con preoccupazione: da quando esporre una bandiera che rappresenta un popolo e una causa umanitaria è diventato motivo d’intervento delle forze dell’ordine? In quale momento il sostegno civile e pacifico a un popolo sotto occupazione è diventato un problema di ordine pubblico?
“Siamo profondamente indignati e allarmati. Questo episodio non riguarda solo noi, ma chiunque creda nella libertà di espressione, nei diritti civili e nella possibilità di esprimere solidarietà. Chiediamo chiarezza, rispetto e il riconoscimento di un principio fondamentale in una democrazia: nessuno dovrebbe essere intimidito per aver espresso la propria solidarietà in modo pacifico e legittimo”.
Va detto che anche a Lecce, su viale Calasso, sede dell’arrivo della tappa, un nutrito gruppo di manifestanti ha scelto di sventolare bandiere palestinesi e di intonare cori a supporto della martoriata popolazione di Gaza, e che ne è nata un’ignobile gazzarra da parte di alcuni spettatori, i quali si mostravano indignati per la presenza, del tutto pacifica, di queste persone.
Dispiace anche che a essere toccato dalla questione sia un evento come il Giro d’Italia, che unisce le persone per mezzo del suo passaggio. E se qualcuno sostenesse che un evento sportivo non andrebbe strumentalizzato per finalità “politiche” (anche se si dovrebbe parlare, a questo punto, di finalità meramente umanitarie, o di sopravvivenza) si potrebbe ricordare che il Giro nel 2018 il Giro partì proprio da Israele, ricevendo critiche significative da settori dell’opinione pubblica.
Lasciare esporre bandiere palestinesi risulterà quindi, solo, un gesto minimamente riparativo.
A mostrarsi stranito per la vicenda è stato anche il sindaco di Putignano, Michele Vinella, mentre i deputati pugliesi del PD Ubaldo Pagano, Marco Lacarra e Claudio Stefanazzi hanno annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per sapere se gli agenti in questione abbiano agito di propria volontà o imbeccati “dall’alto”:
“Se questa non è censura da regime liberticida, allora qualcuno dal Governo deve chiarire di cosa si è trattato perché, a guardare i fatti, è stato impropriamente impedito a un libero cittadino di esercitare un
diritto garantitogli dalla nostra Costituzione. Difendere pacificamente le ragioni di un popolo oppresso e mostrare la propria solidarietà è un diritto sacro in una democrazia liberale e non può assolutamente essere trattato come un atto rischioso per l’ordine pubblico”.




