Brindisi e provinciaCronaca

Giallo sulla morte di Clelia Ditano: manomissione del sistema di sicurezza dell’ascensore?

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L’1 luglio è ricorso il primo anniversario dalla morte di Clelia Fasano, la 25enne di Fasano precipitata nel vano ascensore del condominio in cui viveva con i suoi genitori in un appartamento al quarto piano.

Clelia quella sera di un anno fa, dopo essere tornata a casa per cambiarsi, uscì nuovamente per andare incontro ai suoi amici che l’attendevano giù in strada ma, forse anche per la fretta, dopo aver chiamato l’ascensore, diede per scontato che lo stesso fosse salito al quarto piano, non accorgendosi che lo stesso era rimasto al pian terreno.

Messo il piede in fallo, purtroppo precipitò all’interno del vano, morendo verosimilmente sul colpo. La madre, quando il mattino seguente si accorse ce Clelia non era rientrata, provò a contattarla telefonicamente più volte, e fu la suoneria del cellulare della ragazza che proveniva da quel maledetto vano ascensore a consentire di fare la terribile scoperta. Un evento che commosse tutta l’Italia, con le spese del funerale che furono fra l’altro pagate da un giovane tatuatore di Mesagne, che con un gesto di grande generosità volle andare incontro alle difficoltà economiche della famiglia della povera Clelia.

Ebbene, l’inchiesta condotta dai consulenti tecnici nominati dal pubblico ministero di Brindisi, Livia Orlando, ha messo in luce degli elementi che pongono degli interrogativi inquietanti in merito alla tragica vicenda. L’analisi dell’ascensore non ha messo in rilievo delle anomalie nel funzionamento, anomalie che invece sono emerse nell’analisi del sistema di sicurezza il quale, se funzionante, avrebbe dovuto categoricamente dovuto vietare che la porta si aprisse in assenza dell’ascensore.

Una manomissione esterna allora, secondo i tecnici della Procura, di tipo meccanico o elettrico, ha fatto sì che il sistema si sicurezza venisse sostanzialmente aggirato. Già, ma una manomissione compiuta quando? E soprattutto, in maniera accidentale o volontaria?

Gli indagati per “omicidio colposo” continuano a essere i quattro individuati nelle prime ore, e cioè l’amministratore del condominio di via Piave, dove abitava la ragazza, l’amministratore legale, il responsabile tecnico ed un operaio della ditta che si occupava della manutenzione dell’ascensore.

C’è spazio forse per un allargamento dell’inchiesta?

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