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CIA Puglia: “necessarie nuove quotazioni del grano”

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Grano Puglia: i presidenti di CIA Levante e Capitanata chiedono a gran voce che le borse merci di Bari e Foggia tornino a quotare il prodotto. L’eccellente qualità del grano e i costi di produzione devono essere adeguatamente riconosciuti.

In un panorama agricolo sempre più complicato, il grano pugliese brilla per qualità, con un contenuto proteico superiore al 13% e un peso specifico di 82-83 kg/hl. Tuttavia, le borse merci di Bari e Foggia non quotano il grano da oltre due settimane, lasciando gli agricoltori in attesa di un riconoscimento economico che tenga conto dei costi di produzione. I presidenti provinciali di CIA Levante (Bari-Bat) e CIA Capitanata, rispettivamente Giuseppe De Noia e Angelo Miano, hanno espresso la necessità urgente di riprendere le quotazioni.

Le ultime quotazioni risalgono alla fine di maggio, con valori decisamente inferiori agli attuali costi di produzione e alla qualità del grano raccolto. De Noia e Miano sottolineano che “è necessario stabilire delle quotazioni che riconoscano il giusto valore alla qualità e ai costi di produzione.”

Il grano raccolto in Puglia è di qualità eccellente, ma la siccità ha ridotto i quantitativi di oltre il 50%. Nonostante ciò, le commissioni devono riprendere le quotazioni per permettere agli agricoltori di ottenere un giusto compenso. “Le quotazioni attuali sono troppo basse, sotto i costi di produzione e non riflettono la qualità del grano”, affermano De Noia e Miano.

Per risolvere questa situazione, i rappresentanti della CIA propongono un patto etico-sociale tra agricoltori e trasformatori. Questo accordo mira a garantire dignità e giusto riconoscimento al lavoro degli agricoltori. Inoltre, si raccomanda agli agricoltori di conferire il proprio grano nei centri di stoccaggio delle cooperative, per massimizzare i risultati.

Gennaro Sicolo, presidente di CIA Agricoltori Italiani di Puglia e vicepresidente nazionale, interviene sul tema dei controlli del grano importato. “È fondamentale tutelare il grano italiano attraverso misure come il registro telematico e controlli sistematici sul grano importato. Il crescente incremento delle importazioni da Turchia, Russia e Ucraina mette a rischio la cerealicoltura italiana. Serve maggiore trasparenza sui mercati e il riconoscimento dei costi ai cerealicoltori italiani.

La qualità del grano pugliese è indiscutibile, ma senza nuove quotazioni adeguate, gli sforzi degli agricoltori rischiano di non essere riconosciuti. Le borse merci di Bari e Foggia devono tornare a quotare il grano, garantendo prezzi equi che riflettano la qualità e i costi di produzione. Un patto etico-sociale tra agricoltori e trasformatori e controlli rigorosi sul grano importato sono essenziali per la sopravvivenza della nostra cerealicoltura.

Redazione Pugliapress

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