Doppio dramma nelle acque del litorale jonico-salentino: due morti in meno di 24 ore

Due tragedie in meno di 24 ore hanno contrassegnato questo inizio di stagione estiva lungo il litorale jonico del sud Salento.
Questa mattina è morta, quasi sicuramente per un malore improvviso, una turista 73enne proveniente da Belluno, che si trovava presso la spiaggia di Torre San Giovanni, marina di Ugento. La donna era appena entrata in acqua, perché il suo corpo è stato poi visto galleggiare a pochi metri dalla riva.
Soccorsa immediatamente da un infermiere in servizio presso il lido, mentre giungeva sul posto anche un’ambulanza del 118 proveniente dalla vicina Casarano, non è stato possibile salvarle la vita. Il corpo è stato in seguito trasportato presso la camera mortuario del “Fazzi” di Lecce, a disposizione dell’autorità giudiziaria per i possibili accertamenti di natura medico-legale.
Ieri invece, una manciata di km più a nord, nel mare antistante la costa gallipolina, esattamente in località “Punta della Suina”, si è consumato il dramma di un sub neretino di 50 anni, Giuseppe Antonio Pellegrino. Nel primo pomeriggio l’uomo, grande appassionato di immersioni, munito di apposita attrezzatura, ha lasciato i familiari con i quali stava trascorrendo la giornata per dirigersi in acqua.
A insospettirsi inizialmente che qualcosa potesse essere accaduto è stata la moglie, la quale ha notato come il tempo di immersione si stesse protraendo oltremodo, e ha quindi allertato a quel punto i soccorsi. La Capitaneria di porto di Gallipoli ha inviato sul posto una motovedetta, che ha prima rintracciato il pallone boa di segnalazione che i sub portano con sè per ragioni di sicurezza, e ha poi però faticato a tirare su il corpo, incastrato sott’acqua.
Nonostante l’evidente gravità della situazione, si è provveduto all’immediato trasporto a riva, dove era pronta un’equipe del 118 per compiere tutti i possibili tentativi di rianimazione, andati avanti per un’ora a dispetto del fatto che l’uomo non ha mai dato alcun segno di vita.
Non si sa se l’uomo sia stato colto da un malore mentre si trovava sott’acqua o se qualcosa, un inconveniente tecnico, sia subentrato in corso d’opera, rendendogli impossibile l’emersione. Come è noto, chi fa immersione subacquea deve rispettare con molta attenzione i protocolli dettati dai tempi fisiologici di adattamento che la pressione dell’acqua impone all’organismo, rispettando scrupolosamente i tempi di immersione ed emersione.
Il magistrato di turno, ritenendo che il decesso sia stato causato da un malore, ha autorizzato immediatamente la restituzione della salma alla famiglia.




