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Recupero del Bosco di Acquatetta: rinascita post incendio grazie ai Fondi Pubblici

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Il recupero del bosco di Acquatetta, situato tra i comuni di Minervino Murge e Spinazzola, inaugura una nuova era per la conservazione ambientale in Puglia. Distrutto da un incendio nel 2012, il bosco oggi si prepara a vivere una seconda giovinezza, grazie a un ambizioso progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con un investimento di 850mila euro.

L’obiettivo principale del recupero bosco di Acquatetta è il ripristino delle specie quercine, duramente colpite dagli incendi. Attraverso interventi selvicolturali, si punta non solo a salvaguardare le specie esistenti ma anche a promuovere una gestione sostenibile dell’area boschiva.

Un aspetto innovativo del progetto è l’uso di macchine robotizzate di piccole dimensioni, che minimizzano l’impatto sull’ambiente e velocizzano i lavori. Questa scelta tecnologica evidenzia l’impegno dei responsabili nel rispettare i cicli riproduttivi della fauna selvatica, garantendo al contempo efficienza e sicurezza.

Francesco Tarantini, presidente dell’ente coinvolto, sottolinea l’importanza del recupero bosco di Acquatetta come risorsa vitale per la comunità e simbolo di una natura che, nonostante le avversità, trova sempre il modo di rinascere. La riqualifica della pineta di Castel del Monte, quasi completata, si affianca a questo nuovo cantiere, promettendo di restituire alla regione la bellezza e la vitalità perdute.

La storia del bosco di Acquatetta è una testimonianza della capacità di resilienza della natura. Dopo l’incendio, il processo di rinaturalizzazione spontanea ha già iniziato a mostrare i suoi frutti, con la ricomparsa di specie vegetali autoctone e una biodiversità inaspettata che arricchisce i sentieri del bosco.

Il recupero bosco di Acquatetta è solo l’inizio di un più ampio progetto di tutela ambientale che vedrà coinvolti altri boschi della regione. Questi interventi rappresentano una speranza concreta per il futuro, dimostrando come l’impegno collettivo e la sensibilizzazione possano fare la differenza nel preservare il patrimonio naturale per le generazioni future.

Redazione Pugliapress

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