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Crisi Acciaierie d’Italia: USB denuncia la resa del Governo di fronte ad Arcelor-Mittal

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Un clima di tensione e preoccupazione ha dominato l’incontro odierno tra rappresentanti sindacali di USB (Unione Sindacale di Base) e il Governo presso Palazzo Chigi, dove ben quattro Ministri e altrettanti sottosegretari si sono confrontati sulla grave crisi che affligge l’ExIlva/Acciaierie D’Italia.

Francesco Rizzo e Sasha Colautti, membri dell’Esecutivo Nazionale USB, hanno espresso il loro sgomento di fronte a ciò che definiscono “una resa del Governo” di fronte alla situazione critica dell’azienda. La richiesta avanzata in modo chiaro e netto è quella di assumere il controllo dell’azienda e di espellere la multinazionale Arcelor-Mittal.

Il sottosegretario Mantovano è stato al centro delle critiche per un esordio che sindacalisti definiscono “emblema della situazione”. Secondo USB, il Governo si sta deresponsabilizzando affermando che questa è una crisi ereditata, limitandosi ad attendere l’esito del confronto con Arcelor-Mittal senza fornire indicazioni concrete sulle azioni da intraprendere. La proposta di rinviare la discussione al 29 dicembre è stata accolta con scetticismo da parte dei sindacati, che denunciano la mancanza di una chiara strategia di intervento.

Dopo una discussione durata tre ore, USB ha dichiarato di essere rimasta perplessa e ha ribadito con forza la necessità di un intervento immediato da parte del Governo per assumere il controllo dell’azienda. La situazione è ormai critica, e l’organizzazione sindacale ha sottolineato che il tempo per agire è scaduto. USB ha insistito sul fatto che non ci sia alcuna speranza di rilancio degli stabilimenti con Arcelor-Mittal e ha avvertito che l’atteggiamento attendista rischia di compromettere definitivamente la possibilità di salvare gli impianti.

I sindacalisti hanno evidenziato la grave situazione dei lavoratori, citando l’occupazione a Taranto della Concattedrale da parte dei dipendenti dell’appalto. Hanno denunciato come la multinazionale utilizzi la salute e gli stipendi dei lavoratori come uno “scudo umano” per assorbire ulteriori risorse pubbliche. USB ha accusato Arcelor-Mittal di ricattare tutti, mettendo a rischio l’intera filiera strategica del paese e minacciando il futuro industriale.

In conclusione, USB ha dichiarato di percepire la resa della politica di fronte a questa situazione e ha espresso il timore che il Governo stia ancora considerando la riconferma della multinazionale per evitare contenziosi legali. Di fronte a ciò, USB ha annunciato un intensificarsi delle mobilitazioni, promettendo di difendere il futuro industriale del paese, la dignità dei lavoratori e la necessità di un modello economico e di sviluppo che tenga conto della tutela dell’ambiente.

Redazione Pugliapress

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